Ospedale di Spoleto: Cgil, il futuro è nell’integrazione con Foligno

SPOLETO – Il futuro dell’ospedale San Matteo degli infermi a Spoleto, presidio fondamentale per il territorio, non può che essere legato ad una integrazione con gli ospedali attualmente esistenti nel territorio della Valle umbria Sud e in particolare con l’ospedale di Foligno. Una integrazione che deve nascere dal riconoscimento della storia, della potenzialità e della professionalità ad oggi presenti in entrambi gli ospedali.

La CGIL Camera del lavoro di Spoleto, ritiene fondamentale una razionalizzazione della rete ospedaliera nella nostra regione, una diversa articolazione di ruoli e funzioni, che sappia coniugare capacità di risposte ai bisogni di cura dei cittadini con una efficace organizzazione e diversificazione dei plessi ospedalieri, senza duplicazioni o sovrapposizioni.

In particolare, per l’ospedale di Spoleto riteniamo fondamentale che si realizzi una vera integrazione con l’ospedale di Foligno, che si ottimizzi l’attività chirurgica con una corretta ripartizione dell’offerta clinico assistenziale, con l’utilizzazione delle risorse tra i due presidi, fatte salve le relative competenze. In questa ottica è necessario far emergere e valorizzare adeguatamente le eccellenze presenti in entrambi i presidi.

Particolare preoccupazione sembra destare in questo contesto la situazione dell’ortopedia per i ventilati cambiamenti nella direzione del servizio. E’ necessario, inoltre, rafforzare l’attività diagnostica e in particolare la radiologia, individuare i servizi ritenuti essenziali e dotarli di adeguate risorse e responsabilità.

L’ospedale di Spoleto, ricordiamo, risponde anche alle esigenze della popolazione detenuta della casa di reclusione di Maiano, un istituto che potrebbe diventare snodo per le esigenze sanitarie di tutti i quattro istituti penitenziari della regione con una ricaduta ovvia sull’ospedale San Matteo degli infermi.

Va inoltre rafforzata l’attività di prevenzione, cura e riabilitazione della medicina del territorio, garantendo continuità assistenziale cioè integrazione con i plessi ospedalieri.

Integrazione, valorizzazione delle professionalità e specializzazione sono quindi le parole d’ordine da tenere presenti in questo necessario percorso di razionalizzazione dei plessi ospedalieri, un percorso che deve vedere nei lavoratori che “fanno la sanità” i soggetti fondamentali per la sua realizzazione.

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