Pasqua in Valnerina: dai riti del Venerdì Santo alle tradizioni dimenticate

In Valnerina, anche quest’anno, hanno riproposto il mistero della fede cristiana culminando a Norcia, Cascia e Monteleone di Spoleto, nella tradizionale processione del Cristo morto. L’atmosfera di penitenza e di grande misticismo ha creato suggestioni medievali e procurato emozioni, soprattutto ai numerosi turisti che, per la prima volta, hanno assistito a questi riti caratterizzati dal suono rauco delle ‘marturelle’, dallo strusciare delle catene sulle strade, dai canti sacri. Riti che risalgono al XIII secolo quando i ‘flagellanti’ rievocavano la Passione di Cristo per espirare i propri peccati ed incitare il prossimo al perdono percuotendosi con staffili, camminando a piedi nudi e cantando inni alla Passione di Cristo.

A Monteleone di Spoleto, oltre alla processione del Venerdì santo, si tengono altre due processioni: il 27 marzo, giorno di Pasqua, alle ore 12:00 muovendo dalla chiesa di San Francesco e il 28 marzo, giorno di Pasquetta, alle ore 17:00, muovendo dalla chiesa di San Giovanni. Entrambe le processioni, dopo aver percorso le vie principali del comune, ritornano al luogo di partenza.

Ma la Valnerina, in questi giorni di Pasqua, va scoperta non solo per le sue tradizioni ma anche per l’ambiente sano e tranquillo, per le ricchezze storico-culturali racchiuse nei caratteristici centri abitati, quasi tutti abbarbicati sui colli e tutti di origine medievale. Escursioni a cavallo o a piedi sono programmate, ad esempio a Norcia, dove il giorno il 27 marzo, è possibile passare il giorno di Pasqua cavalcando tra i monti Sibillini, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

La Valnerina è anche un grande laboratorio a cielo aperto di geologia poiché permette di trovare a pochi chilometri l’uno dall’altro una molteplicità di siti geologici di rilevante interesse scientifico. Si tratta di una tipicità difficilmente riscontrabile in altri territori, sia nazionali che europei. Ecco perché il consorzio BIM ‘Nera e Velino’ di Cascia ha creato un Parco Geologico che ha lo scopo di valorizzare il potenziale turistico del parco geologico della Valnerina e rendere accessibili a tutti le molteplici aree di pregio geologico-ambientali presenti nel suo territorio. Perdersi tra i sentieri, le gole o risalire le creste dei monti è come addentrarsi nei meandri di un archivio, dove le pergamene, i manoscritti, gli incunaboli sono le rocce e le forme che esse assumono. Il parco non è un museo, è senza porte, senza orari e la geografia che descrive ad ogni passo è viva e in continua trasformazione (per informazioni: www.bimcascia.com/).

Il giorno di Pasquetta (28 marzo), invece, nella frazione di Campi di Norcia, è possibile assistere ad una gara di ‘ruzzola’, un gioco popolare molto diffuso nel medioevo e oggi praticato soprattutto nella Valle Castoriana. Un tempo, al posto delle ruzzole di legno venivano usate delle forme di formaggio pecorino stagionato tant’è che in alcuni statuti comunali sono presenti degli articoli che proibiscono il chiassoso gioco della ruzzola ossia della rotula caci sulle vie pubbliche, come ad esempio nello statuto comunale di Vallo di Nera del 1562. La gara di ruzzola del 28 marzo, organizzata dalla A.S.D. pro loco di Campi, fa parte del ‘Memorial Antonio Sbriccoli’, giunto quest’anno alla seconda edizione. Sempre a Campi, altro appuntamento con la ruzzola, è previsto per il 2 e 3 aprile quando si giocherà la ‘Coppa Italia a Squadre’. Il gioco della ruzzola, infatti, dopo un periodo nel quale sembrava ormai tramontato è tornato ad avere un buon numero di praticanti.

Chi ama, invece, la storia e la cultura ha la possibilità di visitare a Norcia il museo civico e diocesano della Castellina a Cascia Palazzo Santi e a Preci l’abbazia di Sant’Eutizio con il museo della scuola chirurgica preciana la cui fama era nota in tutto il continente tant’è che a Perugia, nel XIII secolo, nel centro studi di medicina influiva l’empirismo preciano e addirittura, si ha notizia che nel 1588 il medico Cesare Scacchi di Preci operò alle cateratte Elisabetta Tudor, regina d’Inghilterra, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena. Tra i tanti esempi possibili si ricorda anche quello di Orazio Cattani, esperto in erniotomia, che nel 1601 venne chiamato dal sultano turco Ofman per curare il fratello Amorat, poi divenuto anche lui sultano.

La Valnerina, infine, anche durante la Pasqua sarà una terra generosa di gusto per la presenza sulle tavole del prelibato tartufo nero di Norcia, un tempo dedicato ad Afrodite, dea dell’amore; del farro di Monteleone di Spoleto, coltivato in montagna fino a 1200 metri di quota, un prodotto assai ricercato per l’alimentazione naturale e utilizzato anche dai romani nei riti nuziali della confarreazione che sancivano il passaggio della donna sotto la potestà del capo famiglia del marito. Squisiti sono poi i formaggi, dal pecorino alla ricotta salata fino alla caciotta o i prodotti della norcineria. Particolarmente apprezzato sulle tavole pasquali della Valnerina sarà anche lo zafferano di Cascia, spezia reintrodotta da qualche anno recuperando una antica tradizione che ha lasciato traccia negli statuti casciani del 1545 e in un poema latino intitolato “De croci cultu” del 1510, opera del poeta spoletino Pierfrancesco Giustolo.

Ma non finisce qui perché anche nel prossimo week-end il programma degli eventi in Valnerina si profila ricco ed intenso: il 2 e 3 aprile a Scheggino si terrà la manifestazione “Il diamante Nero”, giunta alla nona edizione mentre a Norcia, il 4 e 5 aprile avranno luogo le celebrazioni in onore di San Benedetto con l’arrivo della fiaccola ‘pro pace et Europa Una’ proveniente dall’Olanda e il tradizionale corteo storico dove, figuranti in abiti medievali, renderanno omaggio al santo patrono della città e d’Europa.

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