Norcia, capodanno con il Covid chiusi in una casetta: la storia di Pamela e Massimiliano

” Capodanno con il Covid e chiusi in casetta, ma abbiamo vissuto momenti peggiori con il terremoto e soprattutto con il primo lockdown”. A raccontarlo all’ansa è Pamela Guerra, una giovane mamma di Norcia costretta a trascorrere la notte di San Silvestro dentro la propria Sae assieme ai due figli piccoli e il marito Massimiliano. “Sia io che il mio bimbo Samuel, nato il 24 agosto 2016, giorno della prima scossa  che distrusse Amatrice, siamo positivi al coronavirus ma fortunatamente stiamo bene”, racconta Pamela. ” Il bimbo non ha avuto proprio alcun sintomo – aggiunge la donna – mentre io, che sono vaccinata così come mio marito, ho avuto un pò di febbre un solo giorno. Massimiliano e la piccola Anastasia sono invece risultati negativi al tampone, nonostante qui dentro siamo sempre a contatto per via degli spazi ristretti”. Malgrado questa situazione, racconta Pamela, ” la sera di San Silvestro non ci siamo comunque fatti mancare il cenone a base di lenticchie di Castelluccio e zampone e un primo di pesce”. La famiglia è rinchiusa nella casetta (la loro casa è stata distrutta nel 2016 dal terremoto) già dalla vigilia di Natale, perché Samuel è stato scoperto positivo al Covid proprio il 24 dicembre a seguito di un tampone che era stato chiesto dalla scuola. “Altrimenti non lo avremmo saputo probabilmente”, confessa Pamela. ” Stare rinchiusi per tanti giorni in questo spazio stretto della casetta con due bimbi piccoli non è semplice – commenta ancora la donna – ma secondo me è stata più dura durante il primo lockdown e questa emergenza pandemica è stata sicuramente peggiore del terremoto. Il sisma ha fatto crollare le case e tutto il resto, ma ci permetteva distare insieme e farci forza gli uni con gli altri, il Covid ha distrutto il senso di comunità, ci ha portato a isolarci”. Cosa si augura Pamela dal 2022 ? “Che sia un anno sereno – risponde – Ma intanto spero che possiamo tornare quanto prima negativi rispetto al virus e finalmente uscire all’aria aperta”.