Perugia, Goretti: “Il cambio di allenatore? Non potevamo cambiare strada in cinque minuti”

Un Roberto Goretti a 360 gradi quello che a parlato ieri sera ad Umbria Tv. Il direttore dell’area tecnica del Perugia, ospite a Fuoricampo, ha tentato di fare chiarezza su alcuni temi molto dibattuti in questo periodo.

Si parte dall’ultima sconfitta, quella contro il Cittadella: “E’ stata una brutta partita, contro una squadra che per qualità di gioco è la migliore della serie B. Non per niente è il mio modello da seguire. Il Perugia è partito alto, giocando bene per 15′, poi abbiamo reso ancora una volta un gol da un cross laterale dove abbiamo marcato male in area. Nel secondo tempo siamo rientrati male e non nascondo che i primi 15′ del Cittadella avrei voluto farli io. Credo che i veneti abbiano meritato e quel che non mi rende felice è l’atteggiamento. Mi piace vedere un Perugia attivo e non passivo”.

La posizione di Breda è stata oggetto di discussione: “Il tecnico è sempre sotto esame, come lo siamo tutti del resto. Il momento in cui c’è stata una riflessione approfondita è stato in occasione della fine del girone di andata. Poi c’è stato il mercato e tre partite che dicono due vittorie e una sconfitta. Con l’Entella è stata una brutta gara, più che sufficiente quella con il Pescara e negativa con il Cittadella, che ha dimostrato di essere superiore”.

Anche gli errori arbitrali hanno avuto il loro peso: “Non è possibile non vedere certi fuorigioco netti. Nelle partite in bilico gli episodi favoriscono sempre gli avversari e questo fa malissimo. Anche i giocatori però ci hanno messo del loro: non è concepibile che un giocatore esperto come Belmonte mandi a quel paese due volte di fila l’arbitro”.

Il mercato ha evidenziato un cambio di filosofia: “Abbiamo cambiato la rosa per accontentare le richieste dell’allenatore. Ci siamo dovuti adattare ed è stato questo il motivo per cui si va avanti con lui. Non si può cambiare strada dopo cinque minuti. Inoltre avevamo iniziato la stagione con un organico che offriva ampia varietà di scelta in avanti e questo ha portato dei problemi. Se un giocatore non si sente valorizzato non riesce a dare il suo contributo. La poca ampiezza della rosa contro il Cittadella invece ci ha penalizzato. Mi piace poi guardare i duelli a tutto campo. Lo scorso anno sotto questo profilo siamo stati la terza squadra del campionato. Quest’anno è mancata la collaborazione tra i reparti, c’erano tanti soldati ma nessun generale e credo che sia stato un mio errore non aver saputo valutare la personalità di alcuni giocatori”.

Si è puntato sull’aggiustamento della rosa: “Giocatori importanti, vista la classifica, era difficile andarli a prendere. Sono convinto che qualcuno verrà fuori alla distanza. E’ cambiata la filosofia dei difensori, che sanno dare il contributo grazie alle esperienze passate. C’è poi un ragazzo in cui credo moltissimo, che è Magnani. Si adatterà alla B e potrà fare molto bene”.

Goretti prova a spiegare cosa è accaduto nel travagliatissimo mese di ottobre; “Dopo Brescia, in cui eravamo primi con distacco, sono subentrati due modi di pensare, uno della difesa e uno dell’attacco. C’è stata una crisi tecnica che lo staff non è stato in grado di gestire, ed in seguito è arrivata quella ambientale, che ancora ci portiamo dietro. L’unione tra tifosi, squadra e società è determinante. questa squadra in passato ha sempre ottenuto più del suo valore grazie all’appoggio dei tifosi. Credo che nemmeno i risultati serviranno per ricucire lo strappo”.

Breda, Stellone e Cosmi erano i tre nomi per il dopo Giunti. Del terzo si è parlato particolarmente: “Serse sarebbe venuto anche gratis, non c’erano problematiche economiche. Si sono fatte però delle valutazioni in buona fede e per il bene del Perugia, ad esempio che sarebbe venuto con un preparatore atletico con esperienza minima a livello di serie B. Questo è un aspetto importante”.

Due le partenze eccellenti, Falco e Brighi: “Per quanto riguarda Falco, era sbagliato il contesto. Veniva dalla delusione di non poter disputare la serie A, categoria in cui aveva dimostrato di poter stare visto che lo avevo seguito in ritiro per quattro giorni a Bologna. Ero sicuro potesse fare la differenza, ma ho sbagliato le tempistiche. Avere giocatori anche importanti che non arrivano con le giuste motivazioni può essere controproducente. Brighi invece è un ragazzo di poche parole, ci ho giocato e posso dire che ha grande rispetto per il lavoro. Quando lo scorso anno ha firmato ero felice come un bambino, L’infortunio con il Parma è stato un brutto colpo da cui ha faticato a riprendersi e Breda poi gli ha ritagliato uno spazio marginale. L’esclusione con l’Entella gli ha tolto serenità, e questo lo ha portato a chiedere di interrompere con anticipo il rapporto. Se sapevamo dell’Empoli? No, e nemmeno lui, ma poi è arrivata la chiamata di Andreazzoli, che lo conosce benissimo, che gli ha chiesto di venire a dare una mano”.

Infine, la trasferta di Parma, in programma tra cinque giorni in Emilia: “E’ una sfida che ci ricorda qualcosa di positivo. Bisogna affrontarla con coraggio e voglia di vincere”.

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