Ospedale Terni, bilancio ultimi tre mesi e linee guida per il 2023

I numeri relativi alle attività del Santa Maria, nel periodo settembre-novembre 2022 sono in miglioramento: stiamo tracciando una strada virtuosa nonostante le difficoltà, anche di questi giorni, dovute all’aumento dei casi Covid”. Così il direttore generale del Santa Maria, Andrea Casciari, che ha assunto l’incarico il 12 settembre scorso, nella conferenza stampa organizzata questa mattina nella sala conferenze dell’ospedale. Insieme al direttore generale, presenti il direttore sanitario Pietro Manzi e il direttore amministrativo Maria Mariani.

 

Il mio primo pensiero – ha spiegato Casciari va a tutto il personale, amministrativo e sanitario, che ringrazio per lo sforzo compiuto anche in questi mesi, in cui tutti hanno lavorato al massimo, seppur in condizioni complicate dal ritorno del Covid e dalle sindromi influenzali. E ringrazio anche i due direttori, il dottor Manzi e la dottoressa Mariani, con cui in queste settimane abbiamo avviato un proficuo lavoro. Oggi vogliamo fare il punto su questo primo periodo di attività, in sostanza i mesi di settembre, ottobre e novembre, che segnano un’inversione di tendenza e tracciano una strada virtuosa sotto tutti i punti di vista. Gli obiettivi su cui stiamo lavorando in maniera più decisa sono l’aumento dei volumi di attività, in particolare l’alta specialità, il recupero della mobilità extraregionale, la riduzione del sovraffollamento dei posti letto, il miglioramento dell’attività di Pronto Soccorso”.

 

Siamo consapevoli – ha proseguito Casciari – delle problematiche che l’azienda ospedaliera deve affrontare: i numeri di questo periodo ci danno ragione e, se non ci fossero state le difficoltà dovute all’incremento dei casi Covid, passati da 23 pazienti del 12 settembre a 51 del 30 novembre, in questo periodo, il bilancio sarebbe stato ancora più efficiente. Ma la direzione giusta è stata imboccata e vogliamo proseguire lungo questa strada”.

 

Riguardo le prospettive future – ha concluso Casciaril’ospedale deve assurgere a Dea di secondo livello, e per fare questo è necessaria una maggiore integrazione del territorio, su cui le due direzioni stanno lavorando, sia per ridurre l’afflusso in entrata, sia garantendo una presa in carico dei pazienti da dimettere più tempestiva, per la quale occorre anche un incremento di posti nelle strutture intermedie e ospedaliere dell’azienda sanitaria locale”.

 

 

Le strategie – Efficientamento sale operatorie

Anche nel rispetto del mandato della Regione Umbria (DGR N.347 del 13/04/2022 “Piano Operativo Umbro di Recupero per le Liste d’attesa”), la Direzione Aziendale ha inteso aumentare le prestazioni interventistiche non solo attraverso prestazioni aggiuntive e l’integrazione con l’ospedale di Narni, ma soprattutto attraverso una revisione organizzativo-gestionale dell’intero percorso chirurgico in elezione, in quanto il massimo utilizzo delle sale operatorie passa soprattutto da una corretta gestione della programmazione e organizzazione.

In particolare, in un’ottica di “gestione per processi”, si stanno ripristinando le singole fasi e gli strumenti del percorso chirurgico che sono state “travolte” dall’emergenza pandemica: la preospedalizzazione centralizzata, la programmazione mensile e l’assegnazione delle sedute operatorie da parte della Direzione Sanitaria, la programmazione settimanale delle liste operatorie. Si è provveduto a riattivare il “Comitato buon uso delle sale operatorie” (gruppo di lavoro presieduto dal Direttore Sanitario coadiuvato dai vari professionisti che partecipano alle attività interventistiche con l’incarico di valutare settimanalmente la congruità della programmazione delle sale da parte dei Direttori/Responsabili con le risorse disponibili, con l’obiettivo di ottimizzare le ore di sala operatoria assegnate). Inoltre è stata introdotta la figura del “Facilitatore clinico di sala operatoria” (dirigente medico con l’incarico di facilitare il percorso del paziente nel blocco operatorio, superando eventuali criticità organizzativo-gestionali).

 

Integrazione Pronto Soccorso-Medicina d’urgenza

Al fine di procedere ad un miglioramento del percorso del Paziente in emergenza/urgenza con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa in Pronto Soccorso per il ricovero e fornire una migliore risposta assistenziale in termini di appropriatezza del ricovero (evitando giornate di degenza non appropriate) e di efficacia del percorso di cura, la Direzione Aziendale, oltre alla riattivazione dei posti letto di Osservazione Breve, ha rafforzato (e sta rafforzando) l’integrazione del Pronto Soccorso con la Medicina d’Urgenza anche attraverso la copertura di turni del Pronto Soccorso/Osservazione Breve da parte di medici afferenti alla Medicina d’Urgenza.

 

Riduzione sovraffollamento

Nel trimestre “settembre-novembre 2022” rispetto al medesimo trimestre 2021, si è registrato un notevole incremento degli accessi in Pronto Soccorso: nel mese di settembre, si è passati da 3.073 dell’anno 2021 a 3.431 dell’anno 2022 (+358 accessi pari a +11.65%), così come rispetto al mese di ottobre si è passati da 3.307 a 3.725 (+418 accessi, pari a +12.64%) e rispetto al mese di novembre da 3.129 a 3.630 accessi (+501, pari a +16.01%). Nonostante l’incremento degli accessi in Pronto Soccorso, dell’attività programmata, finalizzata soprattutto alla riduzione delle liste d’attesa chirurgiche, anche grazie alla riattivazione dell’Osservazione Breve (con riduzione percentuale dei ricoveri da Pronto Soccorso) e alla riduzione della degenza media, è stato possibile contenere il fenomeno del sovraffollamento, in particolare il periodo considerato, si è registrata una riduzione di circa il 40%.

Una situazione che sarebbe potuta essere ancora migliore se i numeri relativi al Covid non fossero aumentati: alla data del 13 settembre 2022 erano ricoverati 23 pazienti positivi al Covid, mentre alla data del 30 novembre i casi registrati sono stati 51. Questa crescita ha evidentemente determinato ulteriori criticità rispetto al progetto di riduzione/eliminazione del fenomeno del sovraffollamento in quanto la gestione in sicurezza di pazienti positivi e di contatti stretti nelle aree di degenza, con l’allestimento di aree dedicate alla vestizione/svestizione degli operatori e la creazione di coorti dedicate, ha ridotto inevitabilmente la disponibilità di posti letto per pazienti “no-Covid”.