Sanita’, due reparti di neurochirugia e cardiochirurgia sono troppi. Coletto: ” E’ ora di razionalizzare, l’ospedale sotto casa basta “.

Per uno abituato a ragionare con i numeri di una regione grande come il Veneto, la situazione umbra appare fuori da ogni logica. Cosi’ l’assessore regionale alla sanita’ Luca Coletto , intervistato dal Corriere dell’Umbria, senza peli sulla lingua, dice basta a tanti doppioni in sanita’ e annuncia razionalizzazioni.  Il suo intervento fa seguito ad una intervista dell’ex direttore della Neurochirurgia di Terni Sandro Carletti, emigrato in Toscana due anni fa, per il venire meno del progetto di un dipartimento unico a livello regionale.  Carletti lasciando Terni e l’Umbria e’ passato da una struttura pubblica ad una convenzionata.  Da sempre l’allievo del professor Maira sosteneva la necessita’ di integrare le neurochirurgie di Perugia e Terni, attraverso un coordinamento unico anche perche’ la normativa nazionale prevede che ci sia un reparto ogni milione di residenti.  La stessa cosa e’ prevista per la cardiochirurgia dove, anche lì, la regione dell’Umbria si presenta con due strutture complesse: una a Perugia e l’altra a Terni.  Neurochirurgia e Cardiochirurgia di Terni e Perugia sono largamente sotto gli standard previsti dalla societa’ scientifica e dagli indirizzi del ministero della sanita’, sommando anche i numeri di tutte le quattro strutture in essere.  Diverse volte l’argomento e’ stato affrontato ma tra Sindaci del territorio, scelte dell’Universita’ e mancanza di coraggio da parte della regione  mai e’ stato possibile mettere mano ad una situazione che presenta onestamente forti elementi di criticita’.  Denuncia Sandro Carletti : ” assurdi i campanilismi in ambito sanitario “. E, sempre dalle colonne del Corriere dell’Umbria, a stretto giro di posta, arriva il plauso dell’assessore regionale Luca Coletto che da’ ragione allo stimato neurochirurgo ternano, dice basta ai campanilismi e ricorda , a futura memoria, che in Umbria vivono appena 800 mila persone.  Aggiunge poi,  una semplice constatazione : la legge fissa il tetto di un milione di abitanti per un dipartimento di neurochirurgia e cardiochirurgia. Allora ? ” Ha ragione Carletti, la legge va rispettata ! “, conclude l’assessore Coletto. Piu’ chiaro di così, si muore. Ricorda che il tutto e’ nell’esclusivo interesse dei cittadini, si sta parlando di standard minimi di sicurezza. Il finale dell’assessore alla sanita’ non e’ da meno: ” l’ospedale sotto casa non e’ possibile “. Ora si tratta di attendere le prossime mosse del membro di giunta, bisognera’ capire l’orientamento della Presidente Tesei e l’atteggiamento dei diversi Sindaci. Gia’ nella precedente giunta l’allora assessore regionale alla sanita’ provo’ a riorganizzare i servizi su scala regionale ( proprio Neurochirurgia e Cardiochirurgia) ma dall’interno della stessa giunta regionale e da alcuni Sindaci di peso arrivarono bordate di ogni tipo. Così come quando si cerco’ di razionalizzare la rete dei laboratori di analisi dei tanti ospededali umbri. Apriti cielo, una processione di Sindaci e amministratori pronti ad occupare palazzo Donini, consiglieri regionali sulle barricate e operatori dei laboratori che mettevano in guardia i cittadini sulle ricadute negative. Ora la palla e’ nelle mani dell’uomo sceso in Umbria per volere della Lega ,  l’unico della giunta in grado di provarci seriamente.