Gualdo Tadino, il centrodestra: “Favorevoli al progetto Rocchetta ma tenere la barra dritta”

GUALDO TADINO – “Assistiamo in questi giorni ad una levata di scudi in favore del progetto Rocchetta, con l’Amministrazione, Confindustria e Sindacati a difendere la bontà dell’investimento proposto e, dall’altra parte, l’Appennino Gualdese che replica adducendo le ragioni della propria contrarietà. La vicenda, ancora una volta, certifica la mediocrità della politica di sinistra, che oggi si prodiga in appelli accorati, invitando tutti i soggetti, per l’ennesima volta, a chiudere i cancelli quando i buoi sono già usciti”. Le parole, così nette, arrivano dai gruppi consiliari di centrodestra Forza Italia e Morroni sindaco e dal coordinamento comunale di Forza Italia.

“Perché affermiamo tutto questo? Perché in primis, a partire dal 2011, quando tornò in auge la tematica della Comunanza Agraria, la politica regionale assunse la funzione di Ponzio Pilato (tant’è che il Sindaco Morroni fu convocato direttamente da un funzionario della Regione, non da un assessore), con un tiepido cenno di risveglio quando, in vista della nomina del commissario ad acta, la Giunta Regionale assunse degli impegni ben precisi per ricostruire tutti i passaggi di questa complessa e delicata tematica. Salvo poi, dopo che il Commissario ad acta Avv. Galli iniziò la sua operatività, tornare a mettere la testa sotto la sabbia, infischiandosene di svolgere una funzione di “arbitro” che in qualche maniera tutelasse gli interessi di una amministrazione comunale ma, eventualmente, anche di un soggetto che – all’epoca naturalmente – intendeva ripristinare un ente, l’Appennino Gualdese, che risultava “dormiente” dal 1976”.

Il centrodestra attacca anche il sindaco Presciutti: “Adulatore della Comunanza Agraria in campagna elettorale, una volta ottenuto il risultato, ha iniziato il suo classico atteggiamento ondivago; prima si accorge che fare il Sindaco è ben diverso dal cercare i voti, con un primo ricorso al TAR da parte del Comune di Gualdo Tadino contro la Comunanza; successivamente si è cercato di nuovo un riavvicinamento stipulando un protocollo d’intesa con l’Appennino Gualdese, con l’individuazione delle attività reciproche ed il riconoscimento di alcune somme derivanti dalle stesse; poi però Presciutti si dimentica un passaggio, tutt’altro che secondario: che con tutti i procedimenti in corso (Tar e Magistrato agli Usi Civici a Roma), forse sarebbe stato il caso di tenere il collante tra Azienda Rocchetta, Comune di Gualdo Tadino, Regione Umbria e Comunanza; proprio perché ci poteva essere la probabilità che i terreni su cui insisteva la richiesta dell’azienda non sarebbe stata più una proprietà del Comune, ma dell’Appennino Gualdese. Invece ha deciso di andare avanti a testa bassa, con una serie di conferenze di servizi in cui ha tranquillamente rappresentato la propria posizione, dove la Regione dell’Umbria non si è minimamente posto il problema di verificare a che punto fosse l’iter giudiziario legato ai terreni in oggetto”.

Quindi, secondo il centrodestra, la vicenda “è figlia di una impreparazione, improvvisazione, superficialità di quegli enti che dovevano gestire, vigilare, decidere sugli interessi di tutti i soggetti in gioco, nessuno escluso. Un pressapochismo che ha portato ad impantanarsi una questione che, lo ribadiamo a scanso di equivoci, ci vede assolutamente favorevoli alla progettualità proposta dall’azienda Rocchetta S.p.A., a patto che venga sancita, numeri alla mano, la salvaguardia e la sussistenza dei bacini idrici del nostro comprensorio; è dietro questa mancata verifica, sempre a conferma della inadeguatezza amministrativa del Sindaco e della sua Giunta, che ci ha visti sfavorevoli in Consiglio Comunale. Questa è politica? Questa è amministrazione della cosa pubblica? Questa è autorevolezza di enti che dovrebbero garantire scelte strategiche importantissime per il territorio? Noi, durante la nostra Amministrazione siamo stati tacciati con ogni epiteto, volendo far passare come ostracista un semplice e serio atteggiamento di salvaguardia dell’istituzione Comune, che non ha colore politico ma che rappresenta tutti i cittadini, accusandoci di calpestare il diritto all’uso civico (cosa abbastanza sciocca, dato che è un vincolo che è sempre esistito a livello urbanistico) e di resistere ad ogni costo al paventato “scippo” di terreno da parte di un altro soggetto. Abbiamo tenuto la nostra linea, anche da opposizione, fino a che soggetti terzi non hanno certificato che Appennino Gualdese ha diritto di esistere avendo a carico il territorio che gli è stato assegnato”.

“Mantenere la barra dritta – dicono – è sicuramente più impegnativo e meno “redditizio” in termini elettorali, ma di sicuro un atteggiamento responsabile porta con sé la consapevolezza di gestire le progettualità che contano nella maniera migliore, senza dover rincorrere situazioni che, ormai, sono chiaramente e tristemente sfuggite di mano. Attenzione, questa volta non diamo la solita giustificazione della burocrazia “all’italiana”; qui si tratta di prendere atto di avere una classe politica incapace di gestire la cosa pubblica. Un copione già recitato tante volte, a Gualdo e nell’intera Umbria”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.