Gualdo Tadino, M5S su “progetto Rocchetta”: “Nessun pregiudizio, solo rispetto delle regole”

GUALDO TADINO – Continua il botta e risposta tra maggioranza e opposizione sulla questione Rocchetta. Dopo la difesa del Pd, ecco le bordate del Movimento cinque stelle, con la capogruppo Stefania Troiani. “L’acqua minerale Rocchetta presenta delle fondamentali particolarità rispetto ad altre acque umbre, ecco perché la questione a Gualdo “è un caso a sé”: Le zone ove insistono le sorgenti sono soggette ad uso civico e si trovano in un’area di particolare pregio naturalistico (SIC IT 5210014 Monti Maggio – Nero); l’acqua imbottigliata non fuoriesce naturalmente dalle sorgenti, ma viene emunta forzatamente a grande profondità”.

In questo quadro il Movimento cinque stelle precisa alcuni punti legati a tali specificità: “Quei territori appartengono alla collettività gualdese (sentenza Commissario Usi Civici Roma n. 9/2016), nonostante il neo segretario del PD gualdese abbia tentato qualche tempo fa, durante un Consiglio Comunale, una surreale quanto improbabile lettura in chiave moderna delle normative, ma la stessa collettività non è mai stata coinvolta nelle varie fasi del procedimento autorizzativo, in particolare nelle Conferenze di Servizi tenutesi presso la Regione Umbria, così come non è mai stata fatta nessuna variazione di destinazione d’uso di quei terreni, né è stato mai riconosciuto un indennizzo per compensare la compressione dei diritti della collettività. Quando, molto tardivamente, ciò è stato fatto (novembre 2015), l’azienda Rocchetta SpA ha impugnato la relativa determina (la n. 8399/2015) dinanzi al Tar dell’Umbria poiché, evidentemente, i 26mila euro annui stabiliti dalla Regione per la collettività, le sembravano troppi! Per quanto riguarda l’area SIC – continua la M5S – lo stesso Ministro dell’Ambiente, in data 16.06.2016, rispondendo ad una nostra interrogazione parlamentare, ha confermato che il progetto “Oasi Rocchetta” dovrà essere sottoposto a Valutazione di Incidenza, non vi è pertanto certezza della sua reale fattibilità. Nonostante ciò, la Regione non ha esitato a concedere il rinnovo anticipato di 7 anni della concessione, pur non avendo la certezza che l’intervento proposto dall’azienda sia realizzabile, considerati gli stretti vincoli ambientali presenti”.

“Ci chiediamo, piuttosto – rincara la dose –  come mai il ripristino dell’area danneggiata venga subordinato alla proroga di una concessione che scadrà nel 2022, quando la LR 22/2008 prevede che la manutenzione straordinaria delle zone di concessione spetti al concessionario; inoltre, il lavoro eseguito per le condotte di adduzione dell’acqua dai pozzi allo stabilimento risulta difforme al progetto esecutivo presentato. Perché non c’è stato un controllo da parte del Comune di Gualdo Tadino? Le soluzioni adottate nel progetto, ma assenti nel lavoro eseguito, dovevano servire ad evitare “fenomeni di smottamento e ruscellamento”, fenomeni poi verificatisi. Ciò nonostante, il comune di Gualdo Tadino, nel settembre 2014, quindi dopo quasi un anno dall’evento alluvionale, presentava al Servizio Protezione Civile della Regione una richiesta per la risistemazione dei luoghi per l’importo di € 1.500.000. Perché si chiede di intervenire con fondi pubblici quando il ripristino spetterebbe, per le molteplici ragioni sopra esposte, all’azienda concessionaria? Gli emungimenti forzati, rispetto ai prelievi per naturale fuoriuscita di acqua dalle sorgenti, costituiscono azione molto invasiva per i corpi idrici sotterranei; il Piano Regionale di Tutela delle acque – parte III, prevede che gli acquiferi sottoposti a forti prelievi siano oggetto di verifiche annuali affinchè non si creino squilibri tra i prelievi effettuati e la ricarica delle falde. L’ultimo studio di bacino effettuato risale al 2003, ci sembra quanto mai avventato incrementare i prelievi senza avere contezza dello stato di salute del nostro bacino idrico. (Che il bacino stia in buona salute non spetta certo al PD gualdese stabilirlo!) Né si è provveduto ad adottare lo strumento del Deflusso Minimo Vitale, anch’esso previsto dal Piano di Tutela delle Acque, per garantire la salvaguardia dei corpi idrici superficiali. Le promesse di “futuri monitoraggi” non ci rassicurano affatto; nei 7 anni mancanti alla naturale scadenza della concessione, ci sarebbe tutto il tempo per un serio studio idrogeologico: perché tanta fretta?”

“Da tutte queste considerazioni, risulta evidente la ragione della contrarietà del M5S al progetto di Rocchetta SpA, contrarietà manifestata fin dal novembre 2014, nella prima relazione presentata al Sindaco, relazione che, lo ricordiamo, terminava però con delle proposte ben precise: ripristino della legalità e dello stato di diritto su quei luoghi; confronto tra Amministrazione Comunale e Comunanza nell’interesse della collettività; accordo con l’azienda Rocchetta SpA per il ripristino e la messa in sicurezza dell’area interessata dalla concessione. Quindi non proteste, come si vorrebbe far credere, ma proposte. L’ultimo aspetto che ci preme sottolineare, ma di primaria importanza, è quello occupazionale. Respingiamo fermamente le accuse di non preoccuparci abbastanza dei lavoratori; siamo ben consapevoli del difficile momento socio-economico che la nostra città sta attraversando, ma trasparenza e legalità sono necessarie per assicurare un modello di sviluppo economico virtuoso, sano e sostenibile, per un reale processo di crescita che generi lavoro e speranza.
Nel caso specifico, il livello occupazionale dovrebbe essere adeguato al valore della risorsa pubblica concessa, quindi a nostro parere è del tutto insufficiente la ricaduta economica sul tessuto sociale locale, ricaduta considerata già sperequata rispetto alla risorsa concessa dallo stesso Tar dell’Umbria (sentenza 189/2008), quando Rocchetta SpA ipotizzò 40 posti di lavoro in più a fronte di un incremento dei prelievi compreso tra i 7 ed i 12 litri al secondo. Pertanto, nessun pregiudizio, ostracismo o “fondamentalismo ambientale”: il M5S chiede semplicemente il rispetto delle regole, dei codici ambientali e dei dettami costituzionali, nell’interesse dei cittadini, del nostro territorio e della nostra preziosa risorsa”.

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