Gubbio, alla Sperelliana evento contro il Ddl Pillon

GUBBIO – Sarà presente tra gli altri la vice sindaco e assessore alle politiche sociali del Comune di Gubbio, all’incontro informativo, in precedenza rinviato, “PERCHÈ DICIAMO NO AL DDL PILLON”, che si terrà sabato 6 aprile alle ore 17 alla Biblioteca Sperelliana. Promosso dal coordinamento “Non Una di Meno – Gubbio”, con il patrocinio del Comune di Gubbio, l’appuntamento vedrà la partecipazione anche dell’avvocato Giuliana Astarita presidente della Camera Minorile di Perugia, di Rossella De Leonibus psicologa, psicoterapeuta e responsabile CIFORMAPER Umbria, e dell’avvocato Morena Bigini Consigliere Centro Pari Opportunità, nonché una delegazione del coordinamento ‘Non Una di Meno’ di Perugia. Da mesi le organizzazioni per l’infanzia, le associazioni per i diritti delle donne, i centri anti violenza e numerosi comitati cittadini sul territorio nazionale protestano chiedendo il ritiro del disegno di legge 735 sull’affido condiviso dei figli minori e il loro mantenimento proposto dal senatore leghista Simone Pillon. Il testo del disegno di legge Pillon prevede la mediazione obbligatoria per separazioni e divorzi nel caso in cui ci siano figli minorenni e il principio della “bigenitorialità perfetta”: una divisione esattamente a metà del tempo passato con l’uno o l’altro genitore (con una doppia residenza per il minore) così come dei costi di mantenimento, con la cancellazione del relativo assegno. Inoltre, introduce nell’ordinamento italiano la PAS, Sindrome da Alienazione Parentale, di cui soffrirebbero i bambini che, nel caso di separazioni, si rifiutano e si dichiarano impauriti di incontrare un genitore perché traviati volontariamente dall’altro. Un disturbo che, nonostante venga spesso tirato in ballo nei procedimenti e nella maggior parte dei casi nei confronti delle donne, non trova riconoscimento nel mondo scientifico. La proposta, qualora venisse approvata, metterebbe in serio pericolo donne e minori che si trovano in situazioni di abusi, e renderebbe più difficile e onerosa la separazione, anche in casi di violenza domestica. Linda Laura Sabbadini, statistica ed ex direttrice del dipartimento Politiche sociali e ambientali dell’Istat, l’ha definito su ‘La Stampa’ un provvedimento che “va respinto in toto”, una “reazione punitiva nei confronti delle donne, della loro libertà crescente, della loro volontà di autodeterminazione che calpesta i figli, piccoli e grandi, svantaggia anche i padri”. Il disegno di legge si trova in discussione alla commissione Giustizia del Senato in sede redigente: ciò significa che sarà la commissione a esaminare e a deliberare sui singoli articoli e poi il disegno di legge sarà sottoposto all’Aula solo per la votazione finale, senza che questa possa proporre modifiche. Dallo scorso ottobre la commissione ha iniziato un ciclo di audizioni di centri anti violenza, associazioni, psicologi, legali ed esperti di diritto, la maggior parte delle quali ha messo in luce i problemi e i pericoli del ddl. Questa fase adesso sta volgendo al termine. Si fa sempre più pressante, dunque, l’urgenza di opporre a questa ennesima forma di violenza sulle donne e sui bambini, una forte protesta civile e istituzionale, con l’impegno di tutte quelle forze che considerano ancora primario il garantire eguali diritti ai cittadini e cittadine italiane.