Gubbio, la maggioranza interviene: “Azioni per rilanciare l’aeroporto”

GUBBIO – Ordine del giorno di “Scelgo Gubbio” sull’aeroporto di Perugia.  “L’Umbria versa da anni in una situazione infrastrutturale critica, tanto da essere considerata una delle Regioni più isolate d’Italia – dice l’ordine del giorno – la nostra regione è stata bocciata anche dagli ultimi dati ISTAT: risulta essere la seconda regione peggiore dopo la Valle d’Aosta negli ultimi 20 anni, con PIL medio per abitante sotto del 12,5% mentre nel 1995 era solo l’1% inferiore al dato medio nazionale; e ancora, lo scenario non migliora se si analizza il dato oggettivo dei consumi pro-capite: nel periodo 2008-2013 sono crollati del 2,5%, posizionando l’Umbria al penultimo posto nazionale davanti solo alla Calabria (che ha avuto un crollo del 2,7%); nel periodo 2014-2017, in una fase in cui il resto d’Italia aggancia la ripresa economica, il dato umbro resta ancora negativo con una percentuale del – 0,4%, lasciando la nostra regione all’ultimo posto insieme alle Marche; infine, neanche gli ultimi dati ISTAT sulla disoccupazione in Umbria ci confortano, indicando il numero di disoccupati in senso stretto in media d’anno aumentato in un solo anno (dal 2016 al 2017) dell’11,4% (da 37mila 500 a 41mila 800, +4mila 300), quando a livello nazionale invece cala del 3,5% (-105mila 500 disoccupati) e nel Centro fa 3,7% (21mila). Il tasso di disoccupazione dell’Umbria sale dal 9,6% del 2016 al 10,5% del 2017. Negli ultimi 5 anni quasi 10.000 giovani sono stati costretti ad andare fuori regione o fuori dall’Italia perché non trovano lavoro; in un tale scenario, per giunta aggravato dagli ultimi eventi sismici, l’aeroporto San Francesco di Assisi risulta ancor più fondamentale per lo sviluppo economico e turistico della nostra Regione”.

“La struttura societaria della S.A.S.E è composta da un numero ampio di soci istituzionali, quali: Sviluppumbria 35%, Camera di Commercio di Perugia 37%, Unicredit 9%, Comune di Perugia 6%, Confindustria Umbria 6%, ANCE 2%, Comune di Assisi 2%, SMP 0,11%, Casse di Risparmio dell’Umbria 0,08%, Confcommercio 0,03%, Provincia di Perugia 0,5%, Comune di Bastia Umbra 0,2% e Umbria Export 0,01%. Inoltre, con una azione sono presenti i comuni di: Città di Castello, Corciano, Marsciano, Gubbio e Torgiano; nel piano dei trasporti della Regione Umbria 2014-2020 si definisce il ruolo dell’aeroporto di San Francesco dentro il bacino “Centro Italia” sia con vocazione turistica di business che come alternativa al traffico low-cost rispetto alla struttura aeroportuale di Roma; tra il 2010 e il 2012 è stato fatto un intervento di rifacimento infrastrutturale dell’aeroporto San Francesco di Assisi (aerostazione, adeguamento pista, adeguamento servizi per la clientela), per un importo pari a 42,5 milioni di euro. Tale ristrutturazione è stata finanziata per 27 milioni dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per 12 milioni dalla Regione Umbria e 3, 4 milioni dall’ENAC; dal 2016 la S.A.S.E non ha più adeguati finanziamenti che le consentono di stipulare contratti con vettori idonei e disponibili ad operare dal nostro aeroporto, pur mantenendo oltre 200 mila movimenti l’anno (per l’esattezza nel periodo 2012 – 2017 non si è mai scesi sotto i 200mila pax/anno, livello mai raggiunto in nessuno degli anni precedenti al 2012; i passeggeri transitati nel 2017 sono stati 250.133, pari ad una crescita del 13% rispetto al traffico del 2016 con 221.941 passeggeri); nell’ultimo anno la situazione dell’aeroporto San Francesco di Assisi è stata notevolmente aggravata da linee aeree annunciate, ma mai attivate o che hanno svolto il loro servizio in maniera i, quali: Blu Jet Fly Volare, Fly Marche, Cobrex, Aliblu Malta; quest’ultima gestione dell’aeroporto ha portato non solo disservizi ai cittadini, ma soprattutto notevoli danni economici oltre che di immagine e credibilità alla Regione intera, che ha perso l’occasione di rilancio economico attraverso il turismo e non solo”.

“Nel 2017, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, gli arrivi internazionali, attestatesi intorno agli 1,32 miliardi di turisti, sono cresciuti del 6,8% rispetto all’anno precedente. In Italia sono stati 58,7 milioni i viaggiatori stranieri, in aumento dell’11,8% rispetto al 2016; la bilancia turistica dei pagamenti di Banca d’Italia ha riportato un saldo netto positivo di 14.598 milioni di euro nel 2017 (+5,7% sul 2016). I viaggiatori stranieri in Italia hanno speso 39.155 mln di euro (+7,7% rispetto al 2016) mentre la spesa turistica degli italiani all’estero è stata di 24.557 mln di euro (+8,9% sul 2016); secondo i dati ISTAT gli arrivi totali in Italia nel 2017, pari a 122,2 milioni, risultano cresciuti del 4,5% rispetto ai risultati del 2016. Si segnala, in questo caso, il maggiore incremento riportato dai flussi stranieri che crescono del 5,2%, mentre il dato riportato dagli italiani aumenta ma a ritmi inferiori (+3,8%). Per quanto riguarda le presenze, i 427,1 milioni di pernottamenti totali del 2017, vedono una maggiore incidenza della componente italiana su quella straniera, seppure lieve (50,3% la prima, 49,7% la seconda); secondo i dati della Regione Umbria, nel nostro territorio nell’anno 2017 le strutture ricettive hanno dichiarato 2.125.693 arrivi 5.484.573 presenze con una variazione pari al -10.28% negli arrivi e -8.38% nelle presenze rispetto al 2016, mentre si registra una variazione del -11.23% negli arrivi e -7.21% nelle presenze rispetto al 2015”.

“La Regione Puglia dal 2009 sta operando investimenti costanti sugli aeroporti di Bari e Brindisi pari a circa 420 milioni di euro. Solo il vettore Ryanair riceve 12 milioni di euro l’anno per garantire i collegamenti con le maggiori città italiane ed europee. Inoltre, la Regione nel 2008 ha fatto una notifica di aiuto europeo alla Commissione presentando un progetto per lo sviluppo di Aeroporti Puglia; Aeroporti Puglia dal 2009 al 2017 ha incrementato i suoi passeggeri del 107,9% pari a 3.628.190, con un costante aumento dei visitatori. Ad esempio, l’aeroporto di Brindisi in questi anni ha aumentato i suoi passeggeri del 153,9% grazie alla presenza di 12 vettori che collegano la città a 35 destinazioni nazionali ed europee; il settore turistico pugliese ha una quota del 4,9% sul valore aggiunto nazionale, dando lavoro a oltre 65.000 addetti (distribuiti fra alloggio e ristorazione) pari all’ 8,8% degli occupati in Italia; i dati della Regione Puglia ci dimostrano chiaramente che se si ha un piano aeroportuale adeguato e una visione a lungo termine è possibile ottenere dei risultati straordinari in termini di flussi turistici e relativi indotti economici”.

Scelgo Gubbio chiede quindi di impegnare la “giunta e gli uffici tecnici a farsi portavoce con la Regione Umbria e la S.A.S.E, al fine di intraprendere urgenti azioni per il rilancio dello scalo umbro definendo:

– un piano di marketing territoriale pluriennale il cui obiettivo principale è l’aumento dei flussi turistici in Umbria;

– un elenco di compagnie potenziali partner che abbiano capacità commerciale e che siano in grado di offrire ampie garanzie per il rispetto degli oneri derivanti dai contratti sottoscritti;

– risorse finanziarie da investire con tempi certi e modalità trasparenti, unitamente ad un piano di investimenti credibile e sostenibile;

– un elenco di soggetti esterni con cui condividere gli obiettivi ai punti precedenti”.

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