“Io e te”, a Montefalco la mostra di Monteccucco

MONTEFALCO – Una ricerca dell’imperfezione perfetta, della foto talmente “vera” da sembrare quasi costruita o posata: s’intitola “Io e te” la mostra del fotografo perugino Claudio Montecucco, che sarà inaugurata sabato 15 aprile al Complesso museale di San Francesco, che riflette il rapporto simbiotico che inevitabilmente viene a crearsi tra il fotografo e l’inconsapevole soggetto. Un rapporto chiaramente unilaterale, che mai sarà corrisposto ma che risulterà essere il denominatore comune di ogni singolo scatto.

La mostra, a cura di Luigi Petruzzellis e in collaborazione con Nami Namsrai è realizzata da Sistema Museo e dal Comune di Montefalco e rappresenta un’utile occasione per fornire uno sguardo ampio sulla produzione artistica di Montecucco, basata su uno stile che mira a reinterpretare in chiave moderna la fotografia classica d’autore.
Con la mostra “Io e te”, che rimarrà allestita fino all’11 giugno, il fotografo perugino Claudio Montecucco torna così ad esporre in Umbria al termine di una serie di rassegne che hanno portato le sue opere in importanti consessi nazionali e internazionali, tra i quali il Fotofever Art Fair di Parigi 2015 (tenutosi all’interno del celebre Museo del Louvre) e il Vogue Photo Festival di Milano 2016. In queste occasioni il fotografo è stato ambasciatore di Perugia e dell’Umbria, set ideali che fanno da sfondo alla maggior parte dei suoi scatti, e dei quali Montecucco mette in evidenza aspetti inconsueti e poco conosciuti.

Uomo di strada, come si definisce lui stesso, Claudio Montecucco ama trascorrere le proprie giornate osservando la vita che scorre nelle vie e nei vicoli delle città. E’ in questi contesti dinamici e mutevoli che si svolge la sua ricerca artistica, una ricerca spasmodica, a tratti maniacale, profondamente sentita. Nelle sue foto si avverte come preminente il voler fare emergere la carica emotiva dei soggetti scelti; la sua è una fotografia strettamente personale, frutto non di un vezzo artistico ma del bisogno di condensare in uno scatto sensazioni ed emozioni che altrimenti andrebbero perse. L’importanza riservata a questo aspetto è totalizzante e condiziona in maniera irreversibile ognuna delle immagini create: le sgranature, le messe a fuoco particolari, i tagli spesso anomali, nascono e sono espressione compiuta della sua più intima sensibilità.

Sceglie con cura Montecucco, non lascia nulla al caso; queste persone ispirano inconsapevolmente il fotografo semplicemente compiendo azioni della routine quotidiana come ad esempio camminare, leggere un libro, salire su una macchina, in maniera cosi naturale da riflettere intensamente all’esterno la loro carica interiore. Sono persone autentiche, che non stanno indossando maschere o recitando un ruolo. Una volta individuato il soggetto è necessario studiarne a fondo le abitudini, i percorsi compiuti, gli atteggiamenti, mettendoli in relazione con il contesto, con le luci, le ombre, le architetture che fanno da scenario a questi scatti; nella costruzione della foto non sono essenziali i volti, che di fatto risultano quasi sempre elementi secondari.

Uno studio così sistematico è fondamentale per riuscire a cogliere il dettaglio che fa la differenza; solamente dopo aver acquisito tutti gli elementi Montecucco scatta, e la poesia prende forma: il lavoro di ore, giorni o addirittura mesi di osservazione è racchiuso in un attimo, un unico, fondamentale, fatidico click. Non c’è tempo per la posa, la macchina arriva sempre in ritardo rispetto al cuore, all’emozione dell’istante.

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