‘Lo stato delle cose’: un osservatorio fotografico sull’Italia del doposisma, il più grande sugli effetti dei terremoti in Italia

PERUGIA – Il Perugia Social Photo Fest mette in atto la terza fase del progetto #TOGETHERSTRONGER. Progetto che l’associazione LuceGrigia ha promosso e realizzato nel 2016 a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia del 24 agosto 2016. Il progetto ha permesso di raccogliere dei fondi che sono stati totalmente donati all’associazione “La Strada Onlus” di Rieti e destinati alla realizzazione di vari progetti a favore dei bambini dei territori colpiti dal sisma.

La terza fase di  #TOGETHERSTRONGER vedrà così l’avvio della collaborazione del Perugia Social Photo Fest con il progetto “Lo stato delle cose”.

Un progetto, Lo stato delle cose, che ha finora raccolto un patrimonio di oltre 200 fotogallery e oltre 10mila immagini per raccontare L’Aquila oggi e l’Italia del doposisma, dai paesi in abbandono dopo il terremoto del 1980 in Irpinia fino al sisma di Amatrice e del Centro Italia nel 2016. Nasce così il più grande osservatorio fotografico online sugli effetti dei terremoti in Italia: è il frutto del lavoro di 60 fotografi italiani che hanno preso parte al progetto non profit di fotografia sociale e documentaria Lo stato delle cose. Geografie e storie del doposisma.

Online dallo scorso  21 aprile – su www.lostatodellecose.com – il progetto ha visto l’adesione di alcuni fra i più grandi fotografi italiani – come i premi World press photo Gianluca Panella e Massimo Mastrorillo – e di fotografi documentaristi e fotogiornalisti come Dario Coletti, Simone Cerio, Cosmo Laera, Allegra Martin, Alessandro Pace, Andrea Sarti e, Stefano Schirato.

Tra gli autori che hanno documentato le vicende del terremoto in Umbria e nel Centro Italia e condiviso con lo Stato delle cose il proprio lavoro il fotogiornalista Giuseppe Carotenuto, Christian Mantuano, Matteo Minnella e Francesco Pistilli il documentarista marchigiano Ennio Brilli e ancora i fotografi  Nicolino Sappio e Bruno Tigano. E, fra i diversi autori umbri, i fotografi Sante Castignani e Gabriele Cecconi, insieme con lo storico, scrittore e fotografo Alessandro Celani.

Non solo. Ad apportare il loro contributo di riflessione sulla questione terremoto e la fragilità manifesta dell’Italia interna sul portale dello Stato delle cose fra gli altri anche gli scrittori Angelo Ferracuti e Franco Arminio, la scrittrice e giornalista Loredana Lipperini, firma delle pagine culturali di Repubblica e conduttrice di Fahrenheit su Radio Tre.

L’intento è così di continuare il lavoro documentario al fine di sostenere la ripresa dei territori e non distogliere dunque l’attenzione dalla ricostruzione: in questo senso il Perugia Social Photo Fest in collaborazione con “Lo stato delle cose” porta avanti la terza parte del progetto #TOGETHERSTRONGER. L’obiettivo dell’incontro è dunque lanciare una nuova open call ai fotografi umbri e italiani perché si possa continuare il lavoro di documentazione fotografica dei luoghi dell’Umbria e del Centro Italia colpiti dal sisma sostenendone così la rinascita necessaria.

Incontro di presentazione

Sabato 6 maggio 2017 ore 11

Salone di Apollo | Museo Civico di Palazzo della Penna

Parteciperanno all’incontro:

 

–         Antonio Di Giacomo, giornalista e fotografo, ideatore e curatore del progetto.

–         Lina Calandra, responsabile del Cartolab (Laboratorio di cartografia) e presidente dei corsi di laurea in Lettere dell’Università dell’Aquila.

–         Antonello Turchetti, direttore del Perugia Social Photo Fest.

–         Le associazioni del territorio umbro colpito dal sisma che stanno svolgendo un’importante attività per risanare il tessuto sociale frantumato dal terremoto.

 

LO STATO DELLE COSE: LE RAGIONI E IL PERCORSO DEL PROGETTO

Raccontare L’Aquila oggi. Testimoniare attraverso la fotografia la città che risorge, la città ostaggio della precarietà delle new town e la città dove il tempo si è fermato alla notte del 6 aprile 2009. Dare una voce e un volto all’Aquila che reagisce e lotta, giorno dopo giorno, in punta di piedi e con civile ostinazione, per mantenere la coesione sociale e riappropriarsi dei suoi luoghi, dei suoi territori e della sua identità perduta, frantumata dal terremoto.

E’ da questi presupposti che nel 2016 è nato il progetto non profit di fotografia sociale e documentaria Lo stato delle cose. Geografie e storie del doposisma, realizzato a L’Aquila, nelle sue frazioni e nei paesi del cratere sismico dal 29 maggio al 5 giugno 2016.

A realizzarlo 35 fotografi italiani che hanno condiviso l’idea di dare vita a una iniziativa interamente autofinanziata: la sfida di una grande narrazione collettiva nata con l’obiettivo di poter offrire un contributo a riaccendere l’attenzione su L’Aquila a sette anni di distanza dal sisma del 6 aprile 2009.

Finché la notte del 24 agosto 2016 ad Amatrice la terra è tornata a tremare, spezzando vite e mettendo in ginocchio il Centro Italia. E’ così che, di scossa in scossa, fino alla più devastante del 30 ottobre a Norcia la paura è entrata nell’agenda del quotidiano in quattro regioni nel cuore del Paese: il Lazio, l’Umbria, le Marche e appunto l’Abruzzo. Anche a L’Aquila dove il terrore e il disorientamento sono tornati prepotentemente all’ordine del giorno.

Uno scenario tale da imporre un ripensamento generale del progetto che intende proporsi come un osservatorio sul doposisma in Italia, avendo acquisito la consapevolezza che se documentare attraverso la fotografia equivale a una sorta di prendersi cura del cuore più fragile dell’Italia è indispensabile non smettere di farlo.

E’ per questo che si è tornati a fotografare a L’Aquila fino alla fiaccolata del 6 aprile 2017, nell’intento di prendere atto non solo degli effetti dei terremoti del 2016 e del 18 gennaio 2017 che pure hanno colpito alcuni beni culturali ma anche di quei segnali necessari di rinascita come la riaccensione di un simbolo per la città come la Fontana luminosa.

Immagini che si aggiungono alle migliaia del reportage collettivo che nel 2016 ha documentato la vita quotidiana all’interno dei quartieri satellite con le architetture sempre uguali dei Map e Progetto Case, i cantieri della ricostruzione, lo stato del recupero dei beni culturali e i luoghi della resistenza nel quotidiano. Lì dove cittadini e lavoratori aquilani vivono giorno dopo giorno in uno stato di disagio tangibile, e naturalmente i luoghi del tempo sospeso, ovvero le aree dell’Aquila e delle sue frazioni, così come dei centri dell’Aquilano, dove le lancette dell’orologio sono rimaste ancora ferme al 6 aprile 2009.

Oltre L’Aquila, allora, dalla quale tutto è partito il primo sforzo – reso possibile dall’adesione di un numero complessivo di 60 fotografi che hanno condiviso le finalità sociali e documentarie dello Stato delle cose – è così rappresentare gli effetti della sequenza di terremoti che ha devastato il Centro Italia dal 24 agosto 2016 in avanti.

L’obiettivo dello Stato delle cose, oltre la fisiologica attenzione mediatica e la conseguente onda di solidarietà all’indomani di queste catastrofi, è far sì che non si spenga l’attenzione sui luoghi colpiti dal sisma in una prospettiva di aiuto alla rinascita di questi territori, documentandone così non solo l’eloquenza tragica delle macerie ma anche le istanze e le situazioni nelle quali le comunità territoriali esprimono la loro voglia di riscatto e di riappropriarsi delle città e dei luoghi che gli appartengono.

E ancora. Dinanzi all’acquisita consapevolezza della fragilità del cuore del Paese, si è ritenuto di dover allargare lo sguardo anche a quell’altra Italia colpita dal terremoto nel passato e dove, nonostante i decenni trascorsi, le cicatrici sono ancora fresche.

Ecco i reportage nei luoghi colpiti dal terremoto durante la seconda metà del Novecento: dal sisma del Belice fino a quello del 23 novembre 1980 in Irpinia. Una narrazione che non può dirsi esaustiva, naturalmente. E’ un inizio. Sono le fondamenta di un cantiere, insomma, per dare vita a un osservatorio per non dimenticare e continuare a raccontare le geografie e le storie del doposisma in Italia.

Come sono fondamenta ritornando a L’Aquila, da dove tutto è partito, quelle di “3 e 32: Immota Manet”, una sezione del progetto che mira a dare vita, qui online, a una sorta di museo virtuale del doposisma a L’Aquila, attraverso quegli sguardi d’autore che, fin dalle prime ore dopo il terremoto del 6 aprile 2009, ma anche ben oltre, si sono fermati in questa città ferita.  E sono fondamenta pure quelle degli interventi, articoli e saggi nella sezione Scritture firmati da scrittori, intellettuali ed esperti che hanno a cuore le sorti dell’Italia ferita dai terremoti.

A rendere possibile il carattere “permanente” di questo osservatorio non potranno che essere le energie e gli sguardi di quanti avranno auspicabilmente voglia di continuare a documentare lo stato delle cose. A L’Aquila, ad Amatrice, a Norcia, a Visso e in quelle centinaia di luoghi altri del Paese divenuti finanche troppi per essere rappresentati nella naturale sintesi dell’informazione giornalistica.

Ideato e curato dal giornalista Antonio Di Giacomo, lo Stato delle cose è promosso e realizzato dall’associazione culturale senza fini di lucro La camera del Tempo con il patrocinio del Comune dell’Aquila e con la collaborazione dell’associazione culturale Territori, del Dipartimento di Scienze Umane e del Laboratorio di cartografia dell’Università degli studi dell’Aquila, dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, del Segretariato regionale per l’Abruzzo del Ministero per i Beni culturali. Media partner è la rivista di fotografia EyesOpen! Magazine. A supportare il progetto, rendendo possibile la realizzazione del suo sito web, l’impresa di comunicazione Carucci e Chiurazzi (per il concept e design) e Shiftzero (development e digital marketing).

IL PROGETTO #TOGETHERSTRONGER

Il Perugia Social Photo Fest, la prima rassegna internazionale di fotografia sociale e terapeutica, nel 2016 ha deciso di lanciare un’importante progetto volto ad aiutare le popolazioni e i territori colpiti dal terremoto che ha sconvolto il centro Italia nella notte del 24 agosto 2016.

Uno dei concetti cardine del festival, “la fotografia vale più di mille parole” si è fatta proposta attiva, dando così vita a #TOGETHERSTRONGER, iniziativa che ha messo al centro il valore sociale ed etico della fotografia, il suo ruolo di aiuto e sostegno ai più deboli.

Il progetto si è articolato in due fasi distinte, a partire dall’ 8 settembre 2016.

FASE 1 – #TOGETHERSTRONGER –   Nelle giornate immediatamente successive al disastro Antonello Turchetti, ideatore e direttore del PSPF, ha chiamato a raccolta tutti i fotografi che hanno collaborato in questi anni con il Festival di Perugia, chiedendo loro di donare uno scatto per una vendita online a favore dei bambini delle zone colpite dal sisma.

FASE 2-  #TOGETHERSTRONGER STEP FORWARD  Il PSPF ha visto la collaborazione con l’Associazione Église, giovane realtà palermitana attiva nella promozione della cultura contemporanea e della fotografia, creando un asse ideale che ha collegato il Centro Italia con la Sicilia, nel nome della solidarietà e dell’aiuto. Il progetto ha visto un allargamento della base con il coinvolgimento di tanti nuovi autori, una mostra ed un emozionante evento conclusivo a Palermo, con la consegna delle foto e il ringraziamento a tutte gli attori che hanno dato forma e corpo al progetto.

Il bilancio conclusivo dell’iniziativa è assolutamente positivo e fatto di numeri significativi: grazie alla partecipazione di un’importante Festival, il Perugia Social Photo Fest, e di un’associazione culturale sempre più attiva, quella di Église, sono state coinvolte due città cardine dell’iniziativa, Perugia e Palermo, i poli attorno ai quali ha preso forma #TOGETHERSTRONGER; gli autori che hanno preso parte al progetto, offrendo i loro scatti fotografici per la raccolta fondi, sono stati  in totale 88 e il risultato finale è stata la vendita del 100% delle opere proposte al pubblico.

È stato così possibile raccogliere 5.400,00 euro da destinare all’associazione che fin dall’inizio è stata individuata come partner dell’iniziativa: “La Strada Onlus” di Rieti, impegnata da anni in progetti a favore di bambini, giovani e adolescenti. Grazie al denaro raccolto con #TOGETHERSTRONGER, l’associazione di Rieti metterà in atto alcuni progetti davvero importanti, destinati all’accoglienza, alla condivisione, al sostegno e all’aiuto dei più piccoli e dei più giovani sopravvissuti agli eventi sismici degli ultimi mesi. Importante è stata la risposta della stampa locale e nazionale: HuffingtonPost, Rollingstone, Il Corriere Sociale, Art-Vibes, ecc.

 

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