Magione, via al “Festival delle corrispondenze”

MAGIONE – Una scommessa vinta”. Così Vanni Ruggeri, presidente del Consiglio comunale di Magione con delega alla cultura, ha parlato del ‘Festival delle corrispondenze’, presentato a Perugia venerdì 4 agosto, consapevole della qualità che l’evento se pur giovane riesce a esprimere e del format unico e originale che lo caratterizza. La sesta edizione della manifestazione, che vede nella lettera e nella corrispondenza epistolare il suo fil rouge, andrà in scena da venerdì 1 a domenica 3 settembre a Monte del Lago di Magione. All’incontro hanno partecipato anche Alberto Sorbini, direttore dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea (Isuc), ed Eugenio Miccio, rappresentante dell’associazione Pro Monte del Lago.
Il programma si sviluppa in tre giornate con appuntamenti in grado di parlare di temi di attualità, ripercorrere fatti del passato e conoscere meglio pubblicazioni di carteggi e corrispondenze. Fiore occhiello il Premio Vittoria Aganoor Pompilj giunto alla 18esima edizione la cui cerimonia per la premiazione dei vincitori si terrà domenica alle 17.30. Il premio, guardato con interesse dalle piccole e grandi case editrici italiane, comprende anche una seconda sezione riservata a componimenti in forma di lettera.
Scenario naturale e cornice preziosa il borgo di Monte del Lago affacciato sul Trasimeno, con la Villa Aganoor, location principale dell’evento, le sue vie e i suoi scorci. Ad aprire la manifestazione, venerdì 3 settembre, sarà la mostra evento ‘Qwerty. La rivoluzione della scrittura meccanica’ realizzata in collaborazione con il Museo della Macchina da scrivere di Milano, preceduta dalla conferenza alle 16 a Villa Aganoor ‘La penna, il tasto e il mouse. L’evoluzione della comunicazione epistolare’. “La mostra – ha spiegato Ruggeri – ospita 25 strumenti scrittori legati a personaggi che hanno lasciato il segno e permette una riflessione sull’evoluzione della scrittura epistolare”. Il ‘Festival delle corrispondenze’ vanta importanti collaborazioni, tra cui quella consolidata per il terzo anno con l’Istituto per la Storia dell’Umbria contemporanea (Isuc) che ha dato vita quest’anno a un nuovo momento di approfondimento. ‘Da un paese lontano. Lettere dall’emigrazione’ il titolo della giornata di studi che si terrà sabato 2 settembre alle 16. “Il fatto che qualcuno stia lontano da casa – ha spiegato Sorbini – spinge a scrivere e a raccontare le proprie esperienze, quello che si vive e quello che si fa. C’è moltissimo materiale che in questi anni gli storici hanno utilizzato molto per ricostruire il fenomeno emigratorio. Le lettere vanno confrontate con altri documenti, però all’interno di processi di ricostruzione storica del fenomeno migratorio hanno un ruolo estremamente importante”. A parlarne, insieme a Sorbini, saranno Fabio Caffarena e Carlo Stiaccini dell’Archivio ligure della scrittura popolare e del Centro internazionale studi emigrazione, Patrizia Marchesoni del Museo storico di Trento archivio della scrittura popolare, e Maria Grazia Salonna, ricercatrice di storia locale. Per la prima volta anche l’istituto Luce entra nel programma del festival con due importanti documentari: ‘Lettera al presidente – Madeleine e Istituto Luce di Cinecittà – Rai Cinema (2013)’ di cui parleranno, sabato alle 18, il regista Marco Santarelli e l’autrice Teresa Bertilotti e ‘Mio duce ti scrivo – Istituto Luce di Cinecittà – Rai Tre (2015)’ nell’incontro con il regista Massimo Martella, domenica alle 16. Non mancherà poi lo spazio per lo spettacolo con reading teatrali e musicali, approfondimenti e momenti di riflessione sulla comunicazione di oggi e di ieri. Complemento imprescindibile della manifestazione, la cultura della buona tavola con la proposta culinaria dell’evento ‘Zzurla’ che si lega così al festival. Nelle tre serate dalle 19 le donne e i giovani del borgo proporranno piatti tradizionali da degustare a lume di candela nel giardino di Villa Aganoor, tra cui i famosi Zzurlini piatto tipico della festa. “È un vanto per noi essere coinvolti in una manifestazione così importante – ha concluso Miccio – per crescere insieme, riscoprire le tradizioni e il senso di comunità”.

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