‘Norcia nel cuore’ rompe gli indugi: “Quale futuro per la città?”

NORCIA – Gianpaolo Stefanelli e Lavinia D’Ottavio, consiglieri di minoranza del comune di Norcia, rompono gli indugi e si soffermano  sull’altro terremoto che rischia di impantanare il futuro di Norcia. Perché lo fanno? Perché alcuni concittadini hanno rimproverato il loro silenzio, un silenzio in realtà voluto e definito da loro stessi un  atto di responsabilità che, fondandosi sul rispetto delle istituzioni, intendeva lasciar lavorare l’amministrazione comunale senza impegnarla a rispondere a chi siede sui banchi dell’opposizione. Un atto di responsabilità che  ha indotto Stefanelli e D’Ottavio a non creare momenti di tensione. Ora, però, lo stesso senso di responsabilità ha imposto ai due consiglieri di minoranza  di agire “senza ipocrisie – dicono –  e nell’esclusivo interesse dei nostri concittadini interloquendo con l’amministrazione comunale”.

Per Stefanelli e D’Ottavio a quasi nove mesi dalla prima scossa e a più di sette dal tremendo sisma  del 30 ottobre 2016 si è ancora in piena emergenza: “I nostri concittadini –  affermano – si sono rimboccate le maniche, in moltissimi hanno voluto restare qui per non interrompere il lavoro di una vita; alcune attività, con estrema difficoltà e senza l’aiuto di nessuna istituzione, hanno ripreso il loro corso. Non vogliamo parlare di tutte quelle persone che hanno accettato di essere ospitate negli alberghi ne delle altre che, via via, si sono organizzate con l’autonoma sistemazione; seppure, le prime, hanno lamentato per mesi il totale abbandono da parte dell’amministrazione, mentre, le seconde, ad oggi, hanno visto erogarsi il contributo solo fino a dicembre 2016”.

Da qui l’invito all’amministrazione ad attivarsi concretamente affinché, prima possibile, coloro che sono ospiti negli alberghi possano finalmente rientrare a Norcia velocizzando al massimo le opere per la messa a disposizione delle SAE e, per chi in autonoma sistemazione si ponga finalmente a regime (dopo quasi nove mesi dal sisma) un sistema di erogazione del contributo assolutamente cadenzata, visto e considerato che molte persone sono rimaste  senza lavoro e sono costrette a fare affidamento su detto contributo.  “Sicuramente – evidenziano i due consiglieri di opposizione –  il non aver saputo creare le condizioni, in tempi più contenuti, per non disgregare la comunità avrà forti ripercussioni sia a livello sociale che economico che richiederanno lungo tempo per essere risanate”.

Altra problematica evidenziata è quella  delle “casette”. Per assegnare le prime 21, il Sindaco Alemanno ha fatto ricorso all’estrazione a sorte. Ma che metodo è questo? Si chiedono Stefanelli e D’Ottavio. “Crediamo – affermano –  che sarebbe stato in qualche modo giusta l’estrazione a sorte per l’assegnazione delle “casette” se le condizioni di tutti i richiedenti fossero state uguali ma, questo non è! Il comune, a nostro avviso, avrebbe dovuto stilare una graduatoria (come si fa per le case popolari) e su questa base procedere all’assegnazione individuando dei precisi criteri (anziani, invalidi, famiglie con bambini piccoli, ecc.). Certo, stilare una graduatoria individuare dei criteri avrebbe significato assumersi delle responsabilità; meglio allora affidare il futuro delle persone alla fortuna. Per le prossime casette, quelle in fase di realizzazione, che non coprono il fabbisogno totale, si procedera allo stesso modo? Ancora una volta i cittadini sarranno costretti a sperare nella dea bendata? E quando si prevede di evadere tutte le richieste? I nostri concittadini, ormai, hanno bisogno di chiarezza, informazioni non contraddittorie e, soprattutto, certezza sui tempi di consegna”.
L’emergenza, che si protrae da mesi, va affrontata con determinazione, nello spirito di un coordinamento efficace, ascoltando la gente e standole vicino giorno e notte,  vicino alla gente che soffre e teme per il futuro. Una vicinanza dell’amministrazione comunale che a detta dei consiglieri di Norcia nel cuore una parte cospicua della città non ha sentito assolutamente. Quante volte sindaco ha condiviso con i suoi cittadini la mensa dell’esercito? Quanto volte ha trovato un momento per fermarsi a parlare con I suoi cittadini? “Anche questo un sindaco deve fare! Le incertezze, le bucce della burocrazia, le assenze, le improvvisazioni, non portano a nulla di buono – chiosano Stefanelli e D’Ottavio:  “Abbiamo avuto modo di leggere che la ditta che ha realizzato le SAE, da ultime consegnate, rischia il fallimento a causa dei ritardi nei pagamenti. Come sia potuta accadere una cosa del genere non osiamo nemmeno immaginarlo quello che ci preoccupa fortemente sono le conseguenze che questa situazione, se non risolta, possa determinare anche nelle realizzazioni in programma”.

Dulcis in fundo:  Castelluccio. “Per la semina delle lenticchie – sottolineano i due consiglieri di minoranza – è stata una vera battaglia, alla fine l’hanno spuntata i coltivatori, ma che fatica! Aver immaginato di far percorrere ai trattori il giro di mezzo Appennino era un’idea turistica più che geniale ma di certo non in linea con le giuste esigenze dei coltivatori. Ed ancora si continua a tergiversare, tanto che si nutrono seri dubbi sull’apertura della strada, anche per la fiorita”.  I due consiglieri sono un fiume in piena perché moltissime sono le noti dolenti: come mai si sono fermati, da diverso tempo, i lavori sul padiglione delle esposizoni progetto a firma dell’arch. Boeri, posizionato su una zona da sempre sottoposta a forti vincoli ambientali? Ed ancora, imprenditori, commercianti, artigiani e professionisti sono stati lasciati al proprio destino. Molti si sono organizzati al meglio, ma dove è stato il sostegno dell’amministrazione comunale? Come mai a distanza di tutti questi mesi ancora non si vede traccia delle famose strutture destinate alla delocalizzazione delle attività produttive?
“Non ci risponda il sindaco – concludono Stefanelli e D’Ottavio –  che è stato fatto ricorso al TAR perchè contano i fatti! Ancora è tutto fermo!”.

Moltissime altre sono le domande alle quali i consiglieri di opposizione e molti cittadini attendono una risposta: perché nell’immediatezza dell’evento è stato destinato un sito agli istituti di credito anziché messo a disposizione dei commercianti che hanno abbassato le saracinesche il 30 ottobre? E’ vero che ora gli istituti sono stati invitati a liberare il sito ma, nel frattempo, le attività commerciali sono state, comunque, ingiustificatamente costrette a stare ferme ed a subire ulteriori danni oltre a quelli già creati dal terremoto. Ed ancora, a Norcia che vuole rialzare la testa, non è possibile neppure frequentare il mercatino settimanale. Ma si stratta di ambulanti che sistemano un banco per mezza giornata la settimana, ci mettono sopra dei prodotti e dopo alcune ore liberano lo spazio pubblico. Quale è il problema?
“Nel 1979 – ricordano Stefanelli e D’Ottavio – Norcia fu colpita da un disastroso terremoto. L’inverno, peraltro bruttissimo, fu affrontato venendo sistemati in tende e roulotte. Intervenne l’esercito, non c’era ancora la protezione civile. Ebbene, in febbraio migliaia di persone furono sistemate nei prefabbricati. Oggi, non sappiamo se tutti i nursini verranno sistemati nelle casette almeno prima del secondo inverno dopo il terremoto. Vorremmo informazioni e garanzie, cosi come le vorrebbero i nostri concittadini. Non ci dica il sindaco che nel 1979 i sistemi di funzionamento della macchina pubblica erano diversi. Non l’accettiamo. In questa gestione è mancata del tutto l’organizzazione ed è giusto che chi ne è responsabile se ne assuma le colpe senza scaricarle su altri. L’unico aspetto positivo riguarda le scuole, organizzate in pochissimo tempo. Bravi! Ma c’entra nulla il fatto che l’impegno per le scuole se lo siano assunto per la maggior parte fondazioni private? L’emergenza non puo essere una foglia di fico, ne può continuare una narrazione che dice “va tutto bene madama la marchesa”. A noi dell’opposizione che abbiamo offerto collaborazione all’amministrazione comunale da subito, il sindaco ha risposto di non buttarla in politica e che noi siamo soltanto degli “uditori”. In parte è vero, perche noi “uditori” ascoltiamo i nostri concittadini e, per quanto possibile, ci facciamo carico delle loro lagnanze; altri sono cosi indaffarati che non trovano il tempo per ascoltare, ne per comunicare come procedono tutte le iniziative per rimarginare le ferite del terremoto. Il sindaco ha sempre ignorato il fatto che le minoranze insieme rappresentanto i due terzi della popolazione e che, per tale ragione, era forse opportuno ascoltare e tenere in considerazione anche la nostra voce che rappresenta le esigenze di una parte consistente della popolazione, ma questo non è stato. Cari concittadini, con queste poche righe abbiamo voluto dar voce a quanti giornalmente lamentanto quanto espresso e confidiamo in un riscontro dell’amministrazione che sia non, come al solito di attacco verso di noi, ma di risposta alla città. Se quanto sopra espresso è quello che è successo nella gestione della fase emergenziale cosa dobbiamo aspettarci per la fase della ricostruzione? In ogni caso pensavamo – e pensiamo – che una comunità per risorgere abbia bisogno dell’apporto di tutti. Qui, evidentemente, non e cosi. L’apporto c’è stato, quello di migliaia di italiani e di stranieri. Una solidarietà immensa che ha fatto pervenire a Norcia non solo beni materiali ma centinaia e centinaia di migliaia di euro. Tutte queste persone si aspettano che i loro contributi vengano utilizzati presto, ma soprattutto bene: contributi finalizzati ai problemi creati dal terremoto”.

Per Stefanelli e D’Ottavio è necessaria una informazione puntuale ai nursini, cosi come – ma questa è una ovvietà – la totale trasparenza. “In passato – concludono –  in altri luoghi è accaduto che l’amministrazione abbia proceduto ad assegnare contributi, provenienti da donazioni, secondo criteri personali. Questo sicuramente non succede, ne succederà, a Norcia. Vero, signor sindaco?”.

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