Norcia non si arrende, al lavoro per la Processione del Venerdì Santo

NORCIA – Il terremoto non ferma la celebrazione dei riti pasquali nelle zone colpite e a Norcia, grazie ad una gara di solidarietà da tutta Italia, è già partita l’organizzazione della tradizionale Processione, in programma quest’anno il 14 aprile.
Tutti i costumi, così come i tamburi, i lampioni, le uniformi romane, miracolosamente salvi anche se imprigionati in siti crollati o molto pericolosi, sono stati o saranno prelevati nei prossimi giorni e custoditi in un luogo sicuro in città. Una multinazionale, la Klopman, ha regalato stoffe per realizzare nuovi mantelli e costumi, mentre una donazione significativa è arrivata dalla onlus “Associazione amici delle Missionarie dell’Immacolata”. Per forza di cose, la manifestazione – che ogni anno richiamava molti turisti, anch’essi in processione attorno alle mura antiche della città per ammirare i quadri viventi della Passione – andrà in scena in edizione ridotta e di emergenza. Tuttavia l’ora e il luogo di partenza saranno gli stessi – ore 21, Porta di Patino – e identico sarà il percorso.

“Norcia non si arrende, anche nelle sue espressioni collettive di fede e di tradizione, e le continuerà con fervore rinnovato, ricostruendole con pazienza e amore”, dice Francesco Ferrari, direttore artistico della manifestazione, parlando a nome del Comitato della Processione. “Non ci spostiamo di un millimetro, soprattutto quando si tratta di preservare la nostra identità culturale”. Al corteo parteciperanno, con incarico d’onore e in qualità di portatori delle due statue di Cristo Morto e di Maria, i Carabinieri e i Vigili del fuoco che le hanno salvate dalla chiesa crollata di S.Maria degli Angeli, nel rione di Capolaterra, vera e propria culla della Processione.

Tutto si snoderà lungo le mura cittadine, quest’anno “smozzicate dal sisma, straziate. Non le illumineremo, quindi”, spiega Ferrari. “Sarebbe come accendere dei riflettori su un uomo sofferente. Verrà il tempo, ci auguriamo presto, di restituirle al loro ruolo di impatto espressivo, quando saranno guarite dalle numerose ferite che oggi le segnano profondamente”. “Si sfila con un incedere umile e solenne”, continua il direttore artistico della Processione. “Ci sono poche parole: essenzialmente le preghiere. Alle litanie antiche cantate dalle donne, si alternano i colpi scarsi, poco ritmati, simili a tuoni, battuti dai tamburi. Poi c’è il crepitare dei cavalli delle coorti romane, quello del ferro di piccole maniglie sul legno delle ‘marturelle'”. Ma la Processione del Venerdì santo, dice Ferrari, stavolta sarà un modo per i cittadini di Norcia di “far fronte tutti insieme” e recuperare “quella energia collettiva di rinascita che ci aiuterà a rialzare la testa”.

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