Perugia: “#APROVADISOCIAL: quando l’animazione si fa educazione”. Il manifesto della Fondazione Carolina fatto proprio dall’Archidiocesi perugino-pievese

PERUGIA – Con la fine dell’Anno scolastico (in Umbria il prossimo 9 giugno) e per la gran parte del periodo estivo, gli Oratori parrocchiali intensificano le loro attività a sostegno di tanti genitori che, lavorando, non saprebbero a chi affidare i figli durante il giorno. Gli Oratori sono chiamati sempre più a svolgere un ruolo di rilevanza sociale oltre che educativo. Basti pensare che nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, in estate, le realtà oratoriali impegnate nei “Gr.Est.” (Gruppi Estivi) sono una quarantina, accogliendo più di 4.000 fanciulli e adolescenti, seguiti da un migliaio di giovani animatori. E’ necessario accompagnarli al meglio, tra tempo libero e voglia di oziare, magari incollati a uno smartphone.

La facilità di accesso alle nuove tecnologie ha imposto anche agli animatori e agli educatori di oratorio di ripensare le attività preposte per aiutare i ragazzi a crescere con maggiore consapevolezza di fronte al piccolo schermo mobile, limitando il tempo e scegliendo come fruirne. Nasce così, con queste premesse, il progetto “#APROVADISOCIAL: quando l’animazione si fa educazione”, già condiviso dalla Fondazione Oratori Milanesi, che coinvolgerà gli animatori delle realtà oratoriali aderenti al Coordinamento Oratori Perugini. Tra i partner dell’iniziativa la Fondazione Carolina di Milano fondata da Paolo Picchio, padre di Carolina prima vittima acclarata di cyberbullismo, che ha ideato il “manifesto in dieci punti” per la formazione degli animatori, l’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile di Perugia-Città della Pieve, la Sezione perugina dell’ANSPI (Associazione Nazionale San Paolo Italia) e lo stesso Coordinamento Oratori Perugini diretto da don Riccardo Pascolini.

«In Umbria – commenta don Pascolini – è presente un bullismo soft e quest’iniziativa serve per far prendere coscienza a tutti i nostri giovani per vivere pienamente il rispetto dell’altro. E’ un atteggiamento che manifesta difficoltà di relazioni sia da parte dei cosiddetti “bulli”, che vogliono legittimare la loro presunta superiorità attraverso scontri fisici o verbali su ragazzi più deboli, sia da parte delle “vittime” che per paura spesso sono costrette a subire le persecuzioni, emarginandosi dal gruppo sempre di più».

«Non siamo chiamati a dividere i ragazzi in buoni e cattivi – sottolinea il responsabile del Coordinamento Oratori –, ma a far crescere ogni ragazzo nel rispetto, nella stima dell’altro e cercando di vivere la fraternità senza esclusione di nessun tipo».

Il “manifesto”, che sarà diffuso attraverso il “kit dell’animatore” in occasione dell’avvio delle attività dei “Gr.Est.”, a partire da lunedì 11 giugno, sintetizza in dieci hashtag (#) il valore delle parole, del rispetto e della responsabilità nell’utilizzo dei social network e vuole essere un primo punto di riferimento per sostenere nei più giovani un percorso di consapevolezza e valorizzazione della propria persona.

Tra i dieci punti del “manifesto” quelli che ricordano all’animatore che “Internet rappresenta un oceano di opportunità, nel bene e nel male. Quello che posti oggi resterà in qualche piega del Web per sempre… Prima di postare fermati, rifletti. Fai pensare i tuoi ragazzi e anche i bambini. Aiutali a scegliere”. Significativo il sesto punto che richiama alla “responsabilità” e alla “consapevolezza”, che “sono le armi dell’eroe del Web: per aiutare gli altri e non rimanere in trappola”. Mentre il nono punto spiega cosa è “il sexting, un fenomeno sommerso”, esortando l’animatore a vigilare e a osservare. “Se senti di qualcuno che lo pratica – recita il nono punto –, approfittane per spiegare che nuoce all’equilibrio dei ragazzi – non è sano – se posti immagini personali non autorizzate puoi commettere un reato”. Infine il decimo punto, non meno incisivo, invita l’animatore a trovare “il tempo per costruire relazioni e lasciare il tuo cellulare in deposito. Dai l’esempio. Senza si può vivere”.

«Siamo convinti – commenta Ivano Zoppi, direttore della Fondazione Carolina – che la prevenzione passi attraverso le alleanze educative, tra le figure che i più piccoli riconoscono come loro punti di riferimento. In estate, negli oratori, gli animatori svolgono un’importante funzione e per primi è importante diano il buon esempio, agendo in modo responsabile e critico, se occorre».

Per questo il “manifesto” parla il linguaggio dei giovani. E’ colorato e agile, ma esprime con chiarezza contenuti importanti su cui avviare la riflessione per trovare insieme la strada della relazione e del dialogo, uno strumento fondamentale per entrare in contatto con l’altro e potere essere d’aiuto.

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