Perugia, Pallotta: si chiede più coinvolgimento. No a soluzioni preconfezionate

PERUGIA – Intervento di Giampiero Tamburini, coordinatore del Comitato Club Pallotta Perugia:
“Bella assemblea… quella di Ponte San Giovanni del 30 marzo. Molta gente ha partecipato con le idee molto ma molto chiare per quello che si aspetta che l’Amministrazione del nostro Comune faccia. Un consiglio comunale aperto che mi fa tornare alla memoria la famosa assemblea popolare del 4 settembre 2013 in piazza Grimana dove, nella stessa maniera, i cittadini chiedevano a gran voce: sicurezza… sicurezza… sicurezza! Da allora cosa è cambiato?
Qualcosa sicuramente sì: da un punto di vista economico siamo combinati forse più male di allora; tanto è vero che, insistentemente, si parla di prossima insolvibilità del nostro Comune per far fronte ai propri impegni economici. E un dato di fatto indiscutibile e noi cittadini ci crediamo pienamente a quello che ci dicono, a prescindere di chi sia la colpa politico-amministrativa che, comunque, va valutata in altra sede, ma siamo altrettanto consapevoli che di questa situazione gli unici che hanno la minore colpa, se non nessuna, siamo noi stessi ai quali ci viene chiesto di essere pronti a sopportare sacrifici per cercare di risolvere, nel migliore dei modi, questa disgraziata situazione.
Sicuramente saremo pronti Palletta, si chiede più coinvolgimento ad affrontarli questi sacrifici perché, anche se non appare, notevoli sacrifici, li stiamo sopportando già da molto tempo! Ma, se da una parte è necessario ciò, dall’altra anche i nostri amministratori non possono affrontare queste situazioni di mancanza di sicurezza e di degrado, non dando alla cittadinanza la reale possibilità di intervenire in queste faccende con degli strumenti democratici adeguati (Consulta cittadina ecc…) per essere una parte attiva nelle scelte da prendere.
Non sono sufficienti questi incontri; consigli comunali allargati, assemblee varie, incontri del sindaco con i vari quartieri dellacittà. I pacchetti di soluzioni preconfezionati i cittadini non li possono accettare, come per esempio; costruire nuovi uffici “mangiandosi” parte del verde pubblico, togliere la gestione delle mense scolastiche senza i necessari incontri per determinarne insieme le modalità, “sbolognare” i parchi pubblici alle associazione con delle modalità definite (anche male e senza la partecipazione pubblica) dal 2010 durante la giunta Boccali, ed altri provvedimenti che sarebbe troppo lungo elencare ma che di fondo hanno sempre la prerogativa di essere imposti alla col lettività senza curarsi di discuterne, con la medesima i contenuti essenziali.
Le soluzioni non possono essere unilaterali, si concordano insieme e non si offrono dall’alto senza la possibilità di rifiutarle se non convincono che siano adeguate alla bisogna. Se non inizieremo ad adottare questi democratici comportamenti non ci possiamo lamentare se poi, tra amministrazione e cittadini nascono delle incomprensioni che, sicuramente, non vanno a benefico di nessuno ed inaspriscono gli animi”.

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