Piano industriale per rilanciare il Bacio perugina

PERUGIA – Rilanciare il Bacio perugina con un nuovo piano di sviluppo perché abbandonarlo significherebbe perdere un business da 70 milioni di euro. Già nel 2016 l’azienda Perugina Nestlé firmò un piano industriale che prevedeva un investimento di 60 milioni di euro per rendere sempre più competitivo il cioccolatino simbolo degli innamorati. “La società – spiega il direttore delle relazioni industriali di Nestlé Gianluigi Toia – darà seguito a questi impegni, ma per rendere lo stabilimento efficiente e performante, sarà necessario ridistribuire gli esuberi, perché la fabbrica non è più in grado di reggere questi numeri”.Occorre quindi fare di più perché stante così le cose c’è  bisogno di una nuova strategia per far fronte a tale crisi. “Il marchio – continua lo stesso responsabile – ha buone potenzialità, ma oggi sono poca cosa, rispetto ad esempio a KitKat che fattura 700 milioni di euro. Nostra intenzione è comunque fare del Bacio la caratterizzazione del made in Italy, fabbricato a Perugia. Ma lo stato di agitazione in atto a San Sisto sta facendo il male della fabbrica. Non stiamo servendo il mercato, stiamo depennando Baci e questo danneggia tutti”. Claudio Ricci, consigliere regionale di opposizione, scende in campo a difesa del cioccolatino anche con una mozione in cui propone di “promuovere una iniziativa pubblica che coinvolga i principali imprenditori umbri e le loro categorie, aggregando risorse regionali, nazioni ed europee, nonché aprendo una sottoscrizione pubblica per costituire una public company per riacquistare il marchio Baci Perugina. Obiettivo: sviluppare l’azienda e trasformarla anche in uno strumento di promozione di Perugia e dell’Umbria, sul piano culturale e turistico, nel mondo”. Ricci poi continua sostenendo che “dopo un anno il piano di rilancio dello stabilimento Perugina di San Sisto, da parte del Gruppo Nestlé, dove si producono anche i Baci, sembra dover subire altre modifiche con ipotesi di ridimensionamenti incisivi in termini di posti di lavoro. Il Bacio, per la sua storia, il nome assonante alla città capoluogo dell’Umbria e quindi promotore dell’immagine regionale nel mondo, deve rientrare in una proprietà regionale, visto che la Nestlé ha dimostrato di non credere realmente alle potenzialità di questo prodotto la cui identità appartiene a Perugia e all’Umbria”.

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