Ricostruzione, la Regione chiama i sindaci: audizione sul Ddl per la chiusura dei precedenti sismi

PERUGIA – Prosegue la discussione sul Ddl della giunta regionale per la chiusura delle ricostruzioni. Riunione interlocutoria, oggi, della Seconda Commissione che ha deciso di rimandare di una settimana il voto sul disegno di legge della Giunta regionale. È stato il presidente della Commissione, Eros Brega, ad informare i commissari presenti della richiesta pervenuta da diversi sindaci dei territori colpiti dagli eventi sismici del 1997, ma anche di Primi cittadini interessati da altri eventi successivi, tra i quali quelli di Narni e Marsciano, di essere ascoltati per esprimere le loro posizioni rispetto all’iniziativa legislativa dell’Esecutivo. Nel corso della riunione, il consigliere Gianfranco Chiacchieroni (Pd) ha annunciato la presentazione di un emendamento per invitare la Giunta regionale a valutare la possibilità di equiparazione, nella legge, di tutte le questioni ancora aperte riguardo a tutti gli eventi sismici che hanno interessato l’Umbria anche negli anni successivi al 1997 (ad esclusione dell’ultimo in Valnerina), ricomprendendo quindi la ricostruzione relativa a Narni, al Marscianese e a Castel Giorgio.

In merito alla proposta, su cui è emersa una condivisione allargata, il consigliere Claudio Ricci (Rp) ha espresso la convinzione che sull’argomento vanno coinvolti tutti i parlamentari umbri affinché richiedano una deroga normativa. Per questo ha rivolto al presidente Brega l’invito di organizzare, sul tema, un incontro tra i parlamentari umbri ed i consiglieri regionali. Andrea Smacchi (Pd) ha definito “in un tempo sbagliato” la discussione sull’atto perché riguarda il completamento della ricostruzione dal ’97 in poi nel pieno di un’emergenza in corso. Questo fa sì che essendoci attualmente un decreto del Governo nazionale che detta precise regole per la ricostruzione e che prevedono il cento per cento del finanziamento della ricostruzione anche per seconde case e attività, ci troviamo di fronte ad un livello regionale dove invece le seconde case vengono escluse. Rimane dunque difficile dialogare con sindaci che si sentono di serie ‘b’ rispetto ad altri. Quindi in questa fase è necessario un approfondimento politico”. Smacchi entrando poi nel merito della legge, nella parte in cui viene trattato il tema del personale a tempo determinato assunto nell’ambito del post sisma ’97, e per il quale viene proposto un percorso che, all’interno di un accordo di programma, dovrebbe consentire il riutilizzo nell’ambito della domanda di personale che potrà essere richiesta da Comuni ed Enti locali, ha ricordato “l’esistenza di altro personale con formazione universitaria, in fatto di protezione civile, assunto a tempo determinato, in parte dall’Anci e in parte dalla Protezione civile regionale ed utilizzati per fare formazione nei Comuni”.

Andrea Liberati (M5S) ha rimarcato come “già il sisma dello scorso agosto ha messo a dura prova un modello costruttivo su cui va aperta un’ampia e qualificata discussione. Bisogna collocare soluzioni abitative provvisorie nelle zone colpite con estrema urgenza, questo anche e soprattutto per evitare lo spopolamento del territorio. Come pure è importante prevedere progetti di rilancio utili a non far diventare ‘musei’ interi territori”. Al dirigente Diego Zurli e ad altri tecnici dell’assessorato presenti alla riunione, il presidente Brega e altri commissari hanno chiesto risposte, per la prossima riunione, in merito al numero delle casette di legno (montate per il sisma del 1997) presenti sul territorio regionale; quante sono attualmente abitate; chiarimenti sulla possibilità di essere smontate e rimontate in altro luogo e nell’eventualità che lo fossero, a quanto ammonterebbe la spesa.

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