Todi, giornata dedicata alla riscoperta delle erbe spontanee

TODI –   Hanno spesso nomi astrusi e stravaganti frutto dell’inventiva delle piccole comunità contadine e fino alla metà del Novecento erano ancora ampiamente utilizzate nelle cucine tradizionali cosiddette povere. Nonostante se ne stia perdendo la conoscenza, ancora oggi sono centinaia le specie di erbe commestibili che crescono spontanee nei campi e nei boschi, anche in Umbria. Per riscoprire e valorizzare in cucina queste piante finite molte volte nel dimenticatoio, l’azienda agrituristica ‘Il merollo’ di Pesciano di Todi ha organizzato, domenica 2 ottobre, una giornata interamente dedicata a questa tematica, dal suggestivo nome di Tuder, acronimo di territorio, umanesimo, dietologia, erbe spontanee, ruralità.

Gli obiettivi di Tuder. “Viviamo in territori incontaminati – ha commentato Carlo Rossi, esperto di gastronomia e collaboratore de ‘Il merollo’ – che custodiscono eccezionali risorse alimentari che però non conosciamo. Le erbe spontanee potrebbero essere utilizzate quotidianamente nella ristorazione di qualità. Il nostro obiettivo è di ricreare una cultura diffusa sul loro utilizzo così che chiunque, facendo una passeggiata tra la natura, abbia la possibilità di riconoscere e riportare a casa prodotti a costo e chilometro zero, buonissimi e salutari”.

I relatori. L’evento, a cui hanno preso parte alcuni docenti dell’Università degli studi di Perugia, l’esperto in sviluppo rurale sostenibile Adriano Ciani, lo specialista in scienza dell’alimentazione Roberto Coli e il professore di botanica ambientale applicata Aldo Ranfa, ha preso il via con un’escursione ecologica tra le campagne tuderti alla ricerca di queste erbe.

Erbe in cucina. Piante quali romice, ortica, piantaggine, cicoria e crespigne che poi, a dimostrazione della loro bontà, sono state cucinate dai cuochi de ‘Il merollo’ anche in abbinamento alla carne dei suini dell’azienda agricola allevati allo stato brado. “Questo è lo spirito del nostro agriturismo – ha spiegato la titolare Catia Ricci –, per noi cucina significa cultura e passione”. Nel corso della degustazione, i professori hanno relazionato su tradizioni culinarie popolari relative a queste erbe, loro proprietà nutrizionali e, più in generale, sul loro contributo per una implementazione dell’economia circolare.

Tradizione e proprietà nutrizionali. “Le piante spontanee – ha raccontato Ranfa – sono state utilizzate fino alla Seconda guerra mondiale e gli anziani, che tramandavano oralmente le loro tradizioni, sono gli ultimi custodi di tali usi. Oggi, che siamo abituati a comprare le verdure al supermercato, ne riparliamo non tanto in termini di sopravvivenza ma per una questione ludica e di ricerca di alimenti nutraceutici, ricchi di antiossidanti”. Attualmente sono 828 le specie di piante spontanee alimentari che crescono in Italia mentre appena 15 soddisfano gran parte del fabbisogno alimentare mondiale. “Analizzando le erbe spontanee – ha detto Coli –, abbiamo scoperto che sono ricche di componenti bioattivi e di tutti i principi alimentari energetici, anche se in minime quantità. Queste piante possono contribuire a modulare certi errori nutrizionali e per questo stiamo lanciando con ‘Il merollo’ un progetto di educazione alimentare pratica che prevede di affiancare al menù tradizionale uno più razionale ed equilibrato basato su tali erbe”. “Le ‘wild herb’ – ha concluso Ciani, autore dell’acronimo Tuder – sono un’opportunità da sfruttare perché possono essere impiegate come alimento per una dieta bilanciata”.

Poesie dialettali. A chiusura dell’evento, il maestro Ferruccio Grillo ha rallegrato gli avventori con la recita di poesie dialettali tuderti di Romelio Moracci e Nello Gentili detto ‘Ligentino’.

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