Trasporti, M5S: “Poche idee e confuse dalla maggioranza”

PERUGIA – “Poche idee, ma confuse, verrebbe da dire a seguito dell’audizione dell’assessore al ramo, tenuta a Palazzo Cesaroni; emergono invece diversi punti incontrovertibili, con una filosofia di base orientata all”elemosina ferroviaria’”: lo dice il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Andrea Liberati, secondo il quale “il governo regionale non ha sin qui effettuato la necessaria ‘manifestazione di interesse’ per prenotare presso il gruppo FS almeno un ‘Freccia’ in sostituzione del ‘Tacito’, dimenticando in tal modo le legittime esigenze dei territori di Assisi, Foligno, Spoleto e Terni, ancora una volta in spregio agli impegni concordati con l’atto approvato in Aula da tutte le forze politiche nel luglio 2017. Inoltre, il governo regionale non ha mai chiesto
al gruppo FS di valutare l’instradamento via Orte-Foligno-Terontola di almeno un ‘Freccia’ Roma-Milano, considerando persa in partenza una battaglia viceversa davvero utile alla nostra economia”.

“Dopo quasi otto anni di governo, Catiuscia Marini non ha dunque un quadro chiaro e integrato dei trasporti – afferma Liberati – tanto che sta clamorosamente continuando a dimenticare perfino la costituenda stazione Perugia-Aeroporto, lasciando il S. Francesco al comatoso destino che conosciamo: l’esecutivo regionale non solo non elenca i tempi di
realizzazione, ma insiste nel non fornire dati altrettanto fondamentali, come le risorse finanziarie che è disposto a erogare per velocizzare o creare ex novo i collegamenti con Roma e Milano, ammesso che tali denari servano, considerando che il gruppo FS già si ‘pappa’ dall’ente Regione qualcosa come 36 milioni annui per i modesti servizi esistenti, senza che nemmeno vengano effettuate gare a riguardo”

“Questa Regione – conclude -, dopo aver scommesso su progetti tanto faraonici, quanto inutili, come la costosissima fermata Medioetruria, collocata in Toscana, continua a pensare al servizio ferroviario quale ingombrante appendice del ‘900 e, corrispondentemente, le assegna velocità e qualità tipiche del secolo scorso. Purtroppo si allarga lo iato tra la nostra regione e il resto del Paese: essere fuori dall’Alta Velocità
significa rimanere fatalmente indietro quanto a occasioni di sviluppo, che già da tempo mancano all’Umbria, con la situazione generale che ben conosciamo”.

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