Tre indagati per l’esplosione a Baiano
SPOLETO – Per l’esplosione a Baiano che causò gravi ferite alla ragazza di 24 anni, Melissa, che è rimasta sfigurata da quel botto devastante, il procuratore Alessandro Cannevale, a capo della procura di Spoleto, ha iscritto nel registro degli indagati l’ex direttore dello Stabilimento – un militare – e due civili tra cui il responsabile della sicurezza sui luoghi di lavoro e un altro responsabile di zona. L’ipotesi di reato per i tre è di lesioni gravi perché Melissa, sopravvissuta per miracolo all’esplosione di una bomba nello spolettificio militare di Spoleto mentre lavorava su un ordigno, è rimasta gravemente menomata soprattutto agli occhi, secondo quanto accertato anche dalle consulenze. L’aneddoto avviene il 22 dicembre scorso quando una giovane operaia, il cui contratto a termine sarebbe scaduto il giorno dopo, stava eseguendo, come del resto faceva da un mese, un lavoro di assemblaggio di ordigni di ultima generazione, portati dai robot che avrebbero dovuto confezionare le parti più pericolose. Il lavoro era seriale: dal nastro trasportatore riceveva due gusci esplosivi chiusi contenenti il detonatore e doveva applicare sopra, con una pressa manuale, il meccanismo di attivazione. Due bombe alla volta. E quel fatidico giorno, delle due bombe, la seconda non si sa che fine abbia fatto tanto che durante il sopralluogo è stato trovato soltanto un ordigno: quello che ha investito la giovane operaia di Montefalco. Una deflagrazione improvvisa che non sarebbe mai dovuta avvenire. Si ipotizza che siano state violate alcune norme di sicurezza. L’intervento dei carabinieri a seguito dell’esplosione è immediato. Scattano le indagini dirette dal capitano dei carabinieri Marco Belilli. L’area viene sigillata. Il procuratore affida tre consulenze: quella medico-legale al dottor Suadoni per ricostruire le lesioni gravissime riportate dalla giovane, una al dottor Emilio Galeazzi al quale è affidato il compito di dire come e perché la bomba si è innescata e una terza alla dottoressa Eugenia Carnevali per analizzare i materiali nella stanza dell’esplosione per cercare di ricostruire chi ha toccato e che cosa attraverso il dna. Nei giorni passati la procura convoca i tre ma come persone sottoposte ad indagini. Agli interrogatori il responsabile per la sicurezza dello stabilimento non risponde mentre gli altri non sanno spiegare il perché della deflagrazione. Melissa, assistita dall’avvocato Gennaro Esibizione che aveva già presentato istanza di risarcimento ai datori di lavoro o meglio alla compagnia di assicurazione dello Stabilimento militare, ha richiesto per i danni subiti un milione e mezzo di euro.