Umbria arancione , la Presidente Tesei: ” Non è una pagella e nemmeno una punizione “.
L’Umbria cambia colore. E non è una buona notizia perché nel report settimanale della cabina di regia del Ministero della Salute è scritto che la situazione ” è in rapido peggioramento”. Il virus corre, l’indice Rt di trasmissione resta appena al di sotto dell’ 1,5 e i servizi ospedalieri hanno raggiunto o stanno raggiungendo ” soglie critiche di occupazione”. Quindi da domani anche in Umbria scatteranno misure più severe. Chiuderanno bar e ristoranti e saranno imposte ulteriori limitazioni agli spostamenti. In meno di una settimana l’ Umbria passa da zona gialla a zona arancione, sicuramente un brutto colpo . ” Se penso che un tempo per tutti era la verde Umbria, il polmone dell’Italia centrale, potete capire come mi sento adesso”, così risponde la governatrice Donatella Tesei sulle pagine del Corriere della Sera di oggi. Quando il giornalista Fabrizio Caccia chiede alla Tesei perché anche in Umbria , che può contare su un distanziamento naturale, con i tanti borghi isolati tra le colline, sta avvenendo tutto questo, la governatrice risponde: ” Non lo so, quest’estate abbiamo avuto molti turisti, attirati dalla campagna che avevamo lanciato alla fine della prima ondata: lo slogan diceva ‘ Umbria bella e sicura ‘. Che poi secondo me ancora lo è , malgrado tutto”. Poi la stessa Tesei riconosce che ” questo passaggio da zona gialla ad arancione non è una pagella e non è una punizione del governo. I 21 parametri valutati dalla cabina di monitoraggio, purtroppo, hanno determinato questa scelta e a noi non resta che lavorare”. E’ più conciliante rispetto ad alcune settimane fa la Tesei, è più remissiva con il Governo nazionale e si rimette all’indicazione del comitato scientifico del ministero della Salute. Non fa più alcuna resistenza, comprende che l’Umbria è di fronte ad un bivio molto pericoloso. Ha parlato con il suo consulente Guido Bertolaso: ” Mi ha rincuorato”. E’ stata l’analisi dei dati , fatta dagli esperti della cabina di regia, a costringere il Ministro Speranza a prendere la decisione sull’Umbria. Se fra una settimana la curva epidemiologica non avrà invertito la rotta, l’ipotesi più probabile è far entrare tutte le Regioni in ” zona rossa”. Per l’Umbria è stato decisivo l’andamento del rapporto tra tamponi eseguiti e positivi, ma anche la situazione degli ospedali e delle terapie intensive. Ed è questo l’elemento che preoccupa di più il governo: se pure la corsa del virus rallentasse da qui al 15, la saturazione degli ospedali rischia di arrivare prima dell’inversione di tendenza. Innescando una drammatica carenza di posti letto. La speranza è che dalla metà di novembre possa iniziare una decrescita, dovuta agli effetti benefici degli ultimi Dpcm approvati dal governo. Per adesso l’Umbria registra un tasso di positività tra i più alti in Italia: 674,4 casi ogni 100 mila abitanti . Peggio dell’Umbria fanno solo altre 4 Regioni: Valle d’Aosta ( 1.207), Lombardia ( 877,8), Liguria (776) e Piemonte (701,1). Insomma il rischio epidemiologico è assai più elevato rispetto ad altre regioni. Resta poi l’indice Rt che è appena sotto l’1,5, per l’esattezza 1,44 e le soglie critiche dei servizi sanitari.