Ad Umbria Jazz Stefano Bollani ed il suo omaggio al genio di Chick Corea
Perugia – E’ uno dei protagonisti più amati e presenti a Umbria Jazz. Anche quest’anno Stefano Bollani salirà sul palco dell’Arena Santa Giuliana per allietare con le sue performance tutto il pubblico presente. Lo farà sabato 10 luglio alle ore 21 e alla sua esibizione, intitolata “Piano solo, tributo a Chick Corea“, seguirà quella del Billy Hart Quartet feat. Ethan Iverson.
Stefano Bollani torna a Umbria Jazz con la formula del piano solo, una delle più suggestive tra le tante cui ha dato vita nella sua intensa carriera. Questa volta Bollani rende omaggio al genio di Chick Corea, che ci ha lasciato nel febbraio di quest’anno. Bollani e Corea sono stati protagonisti di un duo pianistico sia nell’edizione estiva di Umbria Jazz a Perugia che in quella invernale a Orvieto, dove registrarono un disco live per ECM. Dire che Stefano Bollani è un musicista eclettico è poco. Anche classificarlo semplicemente come un musicista è riduttivo, perché scorrendo i tratti principali del suo percorso artistico al fare musica bisogna aggiungere che ha scritto libri, condotto trasmissioni alla radio (con David Riondino) e alla televisione (anche con Renzo Arbore, e in questi giorni nel programma di Rai3 Via dei matti numero 0), lavorato in teatro (con Claudio Bisio, Maurizio Crozza, Lella Costa, Valentina Cenni). Musicalmente parlando, Bollani ha prodotto una incredibile varietà di situazioni, oltre al piano solo (con cui ha inciso tre dischi). Tra le tante: il duo pianistico (con Chick Corea, ma anche, alcuni anni fa, con Martial Solal a Orvieto), il trio “danese” con Jesper Bodilsen e Morten Lund, Napoli Trip, l’Orchestra del Titanic, collaborazioni con Bill Frisell, Richard Galliano, Gato Barbieri, Lee Konitz, la lunga partnership con Enrico Rava, lo spettacolo “Abbassa la tua radio” (omaggio alla canzone italiana anni ‘30 e ‘40), un progetto su Frank Zappa, il disco “Arrivano gli Alieni” con cui ha esordito come cantautore. E molto altro, dalle collaborazioni con alcuni dei più intrepidi sperimentatori “di frontiera” (Hector Zazou, Giovanni Sollima, Elliot Sharp) alle incursioni nel mondo della canzone (Elio e le Storie Tese, Samuele Bersani, Daniele Silvestri, Massimo Ranieri, Johnny Dorelli, Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli, Bandabardò, Irene Grandi). Una sottolineatura meritano, da un lato, l’attività con orchestre classiche e illustri direttori come Daniel Harding, Zubin Mehta, Riccardo Chailly; dall’altro, le sue passioni brasiliane che hanno prodotto prima “Carioca”, poi “Que Bom”, e collaborazioni con Caetano Veloso, Egberto Gismonti, Chico Buarque, Hamilton de Holanda, João Bosco. La sua ultima uscita discografica è un album orchestrale,“El Chakracanta/Live in Buenos Aires”, registrato dal vivo in Argentina.
Billy Hart ha passato gli ottanta anni, e ripercorrere oggi la sua carriera significa riavvolgere il nastro di più di mezzo secolo di storia del jazz. Il batterista di Washington D.C. classe 1940, a partire dai primi anni 60, dopo un inizio passato a suonare R&B con Otis Redding e Sam & Dave, ha incrociato, dal vivo o in studio, praticamente tutti o quasi i grandi del jazz. Ecco un elenco parziale: Wes Montgomery, Jimmy Smith, McCoy Tyner, Wayne Shorter, Joe Zawinul, Herbie Hancock, Stan Getz, Miles Davis, Oscar Peterson, John Scofield, Bobby Hutcherson, Kenny Barron, Paul Bley, Dave Douglas, Chico Freeman, Shirley Horn, Lee Konitz, Charles Lloyd, Joe Lovano, Mingus Dynasty, Chick Corea e infiniti altri. Quando c’era da trovare un batterista, Billy Hart era, ed è, sempre una prima scelta per tutti. Oltre alla sua attività di performer, Hart è molto attivo nella didattica, tra università e conservatori di musica. Da qualche tempo guida un ottimo quartetto, il cui eccellente esordio discografico risale al 2006 e che vanta dunque una notevole coesione. Ne fanno parte Mark Turner al sassofono, ed Ethan Iverson, già membro del trio Bad Plus, al pianoforte. Completa il quartetto il contrabbassista Ben Street, un allievo di Buster Williams e Miroslav Vitous. In una delle recenti edizioni di Umbria Jazz, Hart aveva portato il quartetto con Joshua Redman come ospite speciale.