LA LEGGE DI BILANCIO 2024 E LE INSIDIE PER IL GOVERNO

di Pierluigi Castellani

E’ trascorso un anno dall’insediamento del governo Meloni e nonostante l’attivismo della premier sul piano internazionale non si può dire che l’Italia si trovi in una situazione migliore rispetto ad un anno fa. Sembra quasi che la Meloni, attiva sul piano internazionale per accreditarsi una leader affidabile per l’Europa e per l’America, trascuri di occuparsi delle cose italiane con risultati apprezzabili. La legge di bilancio di recente approvata dal governo ed ora trasmessa al parlamento ed all’esame di Bruxelles non si può dire che risponda alle attese alimentate a piene mani durante la campagna elettorale dalle forze che ora sostengono il governo. L’inflazione colpisce duramente i redditi medio bassi, il prezzo dei carburati è schizzato in alto ed è oramai un lontano ricordo la promessa di togliere o abbassare le accise sulla benzina, il numero degli immigrati . rispetto allo scorso anno, è cresciuto e quasi raddoppiato, la percezione della sicurezza non è tale da rassicurare i cittadini e le riforme tanto sbandierate sono ancora al palo; la riforma fiscale che doveva rappresentare l’inizio dell’ abbassamento della pressione fiscale è di là dal concretizzarsi ed i provvedimenti tanto sbandierati dal governo come la diminuzione del cuneo fiscale per i lavoratoti viene mangiata dall’inflazione e poi i provvedimenti, che dovrebbero diventare strutturali, sono invece previsti solo per un anno. La difesa della Meloni è che non ci sono i soldi per soddisfare tutte le attese, ma questo lo si sapeva già prima delle elezioni del settembre 2022 eppure la propaganda elettorale di stampo populista del centro destra lasciava credere ai creduli elettori che con la vittoria dello schieramento meloniano sarebbe iniziata un’età dell’oro per il nostro paese. E le insidie per la navigazione del governo sono per ora tutte all’interno della maggioranza con il continuo controcanto di Matteo Salvini alla Meloni e con iniziative pericolose come la discesa in piazza per “difendere  l’occidente ” in un momento di allarme terroristico che riguarda anche il nostro paese e con il continuo sbandieramento della sua alleanza con alleati scomodi per la Meloni come la Marine Le Pen e l’ultra destra tedesca ed austriaca, che mette in pericolo il disegno europeo della Meloni di stringere in Europa un’alleanza tra conservatori, da lei guidati, e il PPE per mettere nell’angolo le forze socialiste e progressiste. Ma c’è un’insidia ancora più grave per la stabilità economica dell’Italia. Molte delle misure previste nella manovra, come osservano analisti anche internazionali, non hanno coperture certe e ci sono 19 miliardi in deficit, che vanno ad aumentare il già gravoso debito pubblico del nostro paese, mentre i titoli di stato per essere resi appetibili agli investitori alzano il tasso di interesse, che dovrà essere pagato dallo stato riducendo ancora di più la possibilità del governo di spendere per investimenti. E’ pur vero che il ministro Giorgetti ha presentato la manovra come prudente ed in linea con i trattati europei, ma troppe incognite rimangono compreso il giudizio definitivo ,che ne darà Bruxelles e che ne daranno i mercati. Hanno quindi ragione i critici che dicono che la manovra governativa non ha una visione per il futuro del paese e che il continuo affrontare del governo tutti i problemi come emergenze dimostra il corto respiro che ha la politica ora alla guida il paese. All’Italia va assicurata una prospettiva di lungo termine, ma di questo sono capaci solo i grandi statisti ed ora non se ne vedono in circolazione.