Assisi, l’impegno dei giovani UCSI per un giornalismo a servizio della pace
Si è chiusa l’edizione 2022 della scuola per giovani e aspiranti giornalisti promossa dall’Ucsi e ospitata nella cittadella Pro Civitate Christiana di Assisi (28-30 ottobre 2022). Una tre giorni di “alta formazione” così come l’ha pensata il suo ideatore e nostro collega, Giancarlo Zizola, quest’anno scandita dal tema “Aprire i nostri orizzonti”. Auspicio che certamente apparteneva a David Sassoli, a cui è stata dedicata la scuola 2022 ricordando l’impegno professionale e politico del giornalista scomparso prematuramente lo scorso 11 gennaio 2022.
«Un “monaco del giornalismo” che alla visibilità preferiva lo studio e la preparazione sulla sua scrivania sempre affollata di libri» così lo ha ricordato l’amico di famiglia Tommaso Giuntella durante la prima sessione di lavori. «Un collega che ci spronava a fare sempre un passo più in là, stando attenti all’uso di quei linguaggi che costruiscono la dimensione identitaria di un popolo» ha aggiunto Padre Francesco Occhetta. Padre morale di quell’Europa moderna che non chiude le porte ai migranti e che invece investe sulla lotta alle povertà e ai disastri ambientali, sposando appieno la sfida tecnologica. Per Marco Damilano, Sassoli è stato un «cristiano impegnato nella storia, in grado di unire fede e laicità, ricercatore di giustizia e promotore di un giornalismo chiamato a vigiliare sulle coscienze».
La scuola di Assisi 2022 ha aperto i suoi lavori il 28 ottobre, centenario della marcia fascista su Roma, quasi a ricordarci come il giornalismo debba continuare ad essere cane da guardia del potere e garante di democrazia. “Rispettando le istituzioni ma senza dimenticare la funzione di “Quarto potere” – ha detto Alessandro Banfi – che con la sua “versione” di rassegna stampa, ci ha sollecitati a smontare le notizie, associarle correttamente a generi e firme proprie di ogni giornale giornale, e solo dopo farci una nostra idea di fatti”.
In questi ultimi otto mesi, però, siamo stati anche spettatori di un giornalismo che varca i confini italiani e si confronta con i teatri di guerra in Ucraina. Analisi complesse non riducibili a uno scontro tra buoni e cattivi, ci ha ricordato Nico Piro. «Il nostro ruolo – ha ribadito il reporter – non è raccontare il bene e il male anche perché in un contesto bellico come quello ucraino, tutto è soggettivo. Abbiamo il dovere di non agevolare la narrazione dominante ma di mettere insieme elementi diversi e tentare di raccontarli. Il punto di vista non dev’essere quello dei Governi ma quello delle vittime”. Non sempre per i cronisti chiamati a raccontare la guerra è facile stare perfettamente in mezzo tra una telecamera e i fatti (come deontologia vorrebbe). Giuseppe Lavenia, inviato a Kiev nei primi trenta giorni di guerra, ci ha testimoniato: «Mi sono confrontato spesso con la paura – ha confidato ai giovani presenti Giuseppe Lavenia, inviato a Kiev nei primi trenta giorni del conflitto. Non posso dimenticare quella volta in cui come io e l’operatore ci siamo ritrovati in un bunker sotterraneo ammassati con 70 persone, a seguito di un allarme bomba ricevuto. Da Roma mi hanno chiesto di avviare un collegamento da lì sotto, emotivamente ero provato ma poi siamo riusciti ad andare in onda».
Oltre la narrazione dei problemi, però, Assisi 2022 che voluto offrire ai giovani presenti anche nuove forme di racconto che sempre di più stanno diventando competitive nel mercato dell’informazione. Nel secondo giorno di lavori è Assunta Corbo a presentare alcuni esempi di Giornalismo costruttivo, «un nuovo stile narrativo che fornisce al lettore una o più risposte o soluzioni ad un problema, argomentando con dati qualitativi e quantitativi. Si chiama “Constructive Network” e in paesi come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna si sta diffondendo anche all’interno di quotidiani importanti dando ai cronisti un’opportunità di differenziarsi dalla classica cronaca negativa».
Giovani considerati non solo come fruitori di formazione ma anche attivi nel produrre contenuti editoriali originali, come l’indagine “Città sostenibili e obiettivo 11 dell’Agenda 2030: in dialogo con le Comunità energetiche” presentata al termine della seconda giornata formativa: un laboratorio interregionale di giornalismo finalizzato alla produzione di una video-inchiesta. E infine uno spazio riservato alla cultura, grazie al concerto del quartetto di voci guidato dalla musicista Giovanna Marini che ha eseguito canti popolari e poesie scritte da Pierpaolo Pasolini nel centenerio della sua nascita, e nei sessant’anni del suo incontro con la Cittadella di Assisi.
«La conferma che la scuola di Assisi è diventata un punto di riferimento formativo per tutte le nostre sedi regionali ma anche per il mondo laico che ci guarda dall’esterno è stato il sì di adesione da parte di tutti i relatori interpellati per questa tre giorni. Motivo per essere orgogliosi e investire sempre di più in questa opportunità offerta ai giovani giornalisti dalla nostra associazione» – ha riferito in chiusura di lavori Maria Luisa Sgobba, vice-presidente di UCSI e coordinatrice del gruppo di lavoro della Scuola giovani di Assisi.
L’impegno dei giovani UCSI è quello di un percorso per un giornalismo e una comunicazione non ostile, aperta a nuovi orizzonti e protesa alla pace in linea con il tema della 59^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali del 2023 anticipato da Papa Francesco: Parlare col cuore: Veritatem facientes in caritate (Ef 4,15).