Vacanze di prossimita’, l’ Umbria in zona playout . Crisi delle citta’ d’arte e calo generalizzato.

Sarà un’estate turistica più fiacca del previsto quella umbra, tutta in difesa e con un calo generalizzato molto pesante. Pesa non soltanto l’ assenza  di stranieri e gruppi organizzati ma soprattutto quella del cosiddetto turismo di prossimità. Un’assenza quest’ ultima che rischia di far parecchio male agli operatori del settore che, dopo i drammatici mesi scorsi, avevano la speranza di recuperare qualcosa con i turisti di prossimità. Mentre si conferma l’estate di ” Tutti in Italia”, riscoprendo così il desiderio di scoprire i luoghi a cui apparteniamo, l’ Umbria sembra trovare difficoltà. Notizie non positive arrivano da centri importanti della Regione come Assisi , Orvieto e la stessa Perugia , che piu di altri ne sono testimonianza. Ora arriva anche la conferma da una indagine della Cna turismo sui propri associati relativa alle mete italiane preferite dai turisti nel prossimo mese di agosto. L ‘Umbria non solo non risulta nel trio di testa ma nemmeno in zona playoff anzi si ritrova in piena zona playout. La Puglia sale sul gradino più alto del podio è Toscana e Sicilia completano il trio di testa. Subito dopo, ai primi posti in classifica ci sono Sardegna, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Marche e Liguria. L’ industria delle vacanze può contare praticamente solo sugli italiani che si muovono da soli, in coppia, massimo in famiglia o tra pochi amici.  Dall’indagine della Cna emerge tra l’altro la paura di andare in vacanza nelle aree più colpite dal Covid, preferendo le regioni dove il virus ha fatto meno danni, senza sottoporsi a lunghe trasferte. Due elementi questi ultimi che devono far riflettere maggiormente sul perché l’ Umbria non riesca ad essere attrattiva malgrado si presenti come la regione più sicura d’Italia. Una volta il cuore verde del Paese era considerato luogo di pace, bellezza e benessere, tutte caratteristiche che proprio in un momento storico come questo , avrebbero dovuto fare presa sugli italiani. Qualche domanda sorge spontanea: si è sicuri che la promozione fatta sia stata efficace ? L’ offerta umbra ha tenuto conto della nuova domanda ? Sono semplicemente degli interrogativi che sorgono spontanei alla luce di quanto emerge. Nella consapevolezza che nella situazione attuale nulla è semplice. Nel complesso, tra marzo e maggio, il movimento economico del turismo in Italia si è contratto di circa 52 miliardi di euro, generati da 80 milioni di persone. Una catastrofe , soprattutto per attività ricettive e di ristorazione , per le agenzie di viaggio. Ma anche in Umbria non è andata meglio a giugno e luglio, e le previsioni di agosto non sembrano rosee. Purtroppo.