Manuel Magrini alla Sagra Musicale Umbra: Anniversaries di Bernstein e Libere improvvisazioni

PERUGIA – L’entusiasmante performance del pianista Manuel Magrini ha avviato brillantemente lo scorso giovedì la 73° edizione della Sagra Musicale Umbra a Palazzo della Penna. Dopo l’inaugurazione della mostra fotografica di Adriano Scognamillo e la presentazione di “Musica Sacra”, volume che raccoglie le più belle immagini della manifestazione, Magrini ha omaggiato Leonard Bernstein, ricordando il centenario dalla nascita del compositore con un programma incentrato su una selezione di “Anniversaries”. Fra le poche composizioni pianistiche nel catalogo delle opere di Bernstein, i brani sono suggestive dediche musicali ad amici, parenti e colleghi pubblicati fra il 1944 e il 1989. In apertura Magrini ha interpretato con la sensibilità e la padronanza tecnica che lo contraddistingue “For Susanna Kyle”, “For my Sister, Shirley e “For Aaron Copland” ed ha proseguito l’affascinante viaggio nella memoria personale ed affettiva di Bernstein intercalando libere improvvisazioni musicali sui temi originali del compositore americano. Pienamente riuscito, l’esperimento di “farcitura” ha messo in luce l’estro creativo e la fluidità nella composizione estemporanea di Magrini, fra i più brillanti e prestigiosi pianisti in evidenza sulla scena musicale jazz italiana provvisto anche di una solidissima preparazione in campo classico. Nella seconda parte dell’esibizione Manuel Magrini ha eseguito il Preludio n. 2 op.87 di Shostakovic, rielaborando gradualmente il materiale armonico e indirizzandosi con la sua improvvisazione verso ambientazioni modali; sinuoso labirinto fra jazz e barocco, il guizzo creativo di Magrini è arrivato sino ad una lunga citazione di un preludio bachiano tratto dal Clavicembalo ben Temperato. Come ultimo brano in programma, l’eclettico musicista ha proposto “Fuori dal choro”, pregevole sua composizione con la quale si è aggiudicato lo scorso anno il Premio Luttazzi come miglior giovane pianista jazz italiano. Avvincente nella sua complessa ritmica in 5/4, tecnicamente impegnativa ed inebriante per la ricchezza armonica e strutturale, la creazione di Magrini ha chiuso in bellezza il concerto raccogliendo meritatissimi e lunghi applausi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.