Ordine Architetti Perugia, Superbonus: i tecnici non sono dei criminali

“E ci risiamo! Dopo il blocco delle cessioni tutti gli operatori attendevano il decreto del Governo che definisse le nuove regole antifrode per i bonus edilizi. Dobbiamo però riscontrare l’ennesima volontà del legislatore di voler, di fatto, sospendere questa misura. Da quanto si apprende, nel decreto approvato venerdì scorso, si stabiliscono pene da due a cinque anni di reclusione e multe da 50.000 a 100.000 euro per i tecnici che nelle asseverazioni… ovvero che espongono informazioni false od omettono di riferire informazioni rilevanti ovvero attestano falsamente la congruità delle spese”, Paolo Moressoni, delegato per questo argomento dal Consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Perugia, ritorna a parlare di Superbonus 110% alla luce delle ultime novità.

“Inoltre – prosegue – il decreto prevede che se il fatto è commesso al fine di conseguire un ingiusto profitto per sé o per altri la pena è aumentata (?!). Evidentemente è sfuggito al Governo che chi ha tentato le frodi più eclatanti non erano sprovveduti ed isolati tecnici, ma bensì vere e proprie organizzazioni criminali capitanate da imprenditori senza scrupoli e in taluni casi anche proprietari compiacenti. Noi tecnici l’abbiamo detto più volte che deve essere punito chi commette reato, ma non penalizzare chi opera correttamente, ovvero la quasi totalità degli operatori. È necessario evidenziare che in tutto questo meccanismo che è stato messo in piedi si colpisce semplicemente l’anello debole, che tra il cittadino, onesto per definizione, e l’impresa, che ovviamente ed evidentemente non ha nessun interesse, le prende a destra e a sinistra!”.

“Continua a sfuggire al legislatore – spiega Moressoni – che quando si gestisce un cantiere gli attori sono molteplici, a maggior ragione in quelli dei bonus edilizi. Le contabilità dei lavori, ad esempio, vengono sottoscritte congiuntamente dall’impresa e dal direttore dei lavori dopo un contraddittorio. Inoltre nei casi in cui gli interventi vengono effettuati per condomini, vi è anche un committente ‘professionista’, ovvero l’amministratore condominiale, che sovrintende all’intero processo. Niente di tutto ciò sembra essere valutato nelle scelte contenute del decreto. Un altro principio inaccettabile che passa, è l’enorme discrezionalità tra ciò che è infedele, truffa oppure semplice diversa interpretazione o al massimo errore, viste le continue modifiche e la scrittura pessima dei testi da prendere a riferimento. Solo per fare un esempio: quale tecnico non può escludere un errore viste, ad esempio, le continue modifiche alle leggi, regolamenti ed interpelli? Oppure impiegare una voce di un determinato elenco prezzi piuttosto che di un altro rappresenta una truffa o un’interpretazione legittima del tecnico? Perché se così non fosse, allora dobbiamo smettere di lavorare o costituirci tutti alla più vicina caserma!”

“Siamo di fronte ad una campagna di disinformazione quando si parla del superbonus come truffa del secolo e si continua a parlare solo delle villette. Innanzitutto occorre ricordare che i superbonus rappresentano solo il 3% delle frodi, pertanto il procedimento di gestione, evidentemente era già efficacie. Inoltre si deve far comprendere, visto che all’interno dello stesso decreto si parla anche del caro bollette, che il salto di due classi energetiche porta ad un risparmio in bolletta di circa il 40%. Il consumo in combustibile per un alloggio in classe G (ovvero la quasi totalità degli immobili del paese) è maggiore di 160 kwh/mq anno, mentre in un edificio in classe A è minore di 30 kwh/mq. E con i requisiti richiesti dal super-ecobonus quasi tutti gli edifici oggetto di intervento raggiungono la classe A. Se a ciò si aggiungono i benefici dei pannelli fotovoltaici ed i relativi accumuli ci si avvicina ad un consumo prossimo allo zero. E la cosa strabiliante sta nel fatto che per efficientare energeticamente gli edifici e consentire immediatamente di ridurre la bolletta a meno di un quinto, bastano pochi mesi di lavori. Con buona pace per gli interventi ‘strutturali’ che richiederanno all’Italia anni prima di essere operativi. Occorre inoltre ricordare che un immobile in classe A vale in media il 25% in più rispetto allo stesso in classe C”.

“Il nostro paese – conclude Moressoni – da più di 12 anni spende in media 3,5 miliardi di euro per le ricostruzioni post-sisma, ma per contro si continua ad avversare l’efficientamento sismico degli immobili. Ma queste sono valutazioni da tecnici, non infedeli, non truffaldine ne soggette ad interpretazione. Sono semplicemente fatti. Inutile dire che ci aspettiamo delle modifiche al decreto altrimenti dovremmo trarne le relative conseguenze, per noi, per i cittadini e per tutti gli operatori della filiera delle costruzioni”.