Umbra Acque, sorgenti con una portata inferiore fino al 50%

Una mostra sugli acquedotti perugini del ‘900 e una tavola rotonda dedicata alla promozione dei diritti legati alla tutela dell’ambiente e delle risorse idriche. Così Umbra Acque ha celebrato la “Giornata mondiale dell’acqua” giunta al suo trentesimo anno. Una serie di eventi, iniziative e appuntamenti organizzati in collaborazione con l’Università per Stranieri e il Comune di Perugia che proseguiranno fino al 5 aprile.

 

TAVOLA ROTONDA

 

Nel workshop che si è svolto a Palazzo Gallenga intitolato “Umbria, i giardini dell’acqua” sono stati discussi temi diversi sulle forme e i significati che assume l’acqua in base al luogo e al contesto in cui si trova, sfociando in conclusione in alcune suggestioni progettuali, spunti e pensieri su come valorizzare i preziosi luoghi dell’acqua in Umbria. Un confronto con docenti universitari ed esperti su temi come quello della siccità, della riduzione degli sprechi e del consumo consapevole dell’acqua che in un contesto di cambiamento climatico così radicale si è rivelato di straordinaria attualità.

 

“Non è certo un caso che il Segretariato del Programma per la valutazione delle risorse idriche mondiali (Unesco World Water AssessmentProgramme), centro d’eccellenza internazionale, abbia scelto l’Umbria e Perugia come sede – ha detto il presidente di Umbra Acque, Filippo Calabrese -. Tale organismo, infatti, coordina il lavoro di 31 Agenzie delle Nazioni Unite e di 39 partner di Un-Water nella produzione annuale dell’autorevole World Water Developtment Report – Rapporto sullo sviluppo delle risorse idriche mondiali – il rapporto più importante delle Nazioni Unite sulle risorse idriche.La nostra regione ha dimostrato negli anni la sua grande attenzione e la sua sensibilità per le tematiche legate all’ambiente, alla sua tutela e all’uso sostenibile delle risorse. A cominciare proprio dall’acqua”.

 

“Occasioni come questa sono fondamentali per promuovere una nuova generazione di diritti legati alla tutela dell’ambiente e delle risorse idriche – ha affermato l’Ad di Umbra Acque, Tiziana Buonfiglio -. I cambiamenti climatici pesano in modo decisivo sui fenomeni siccitosi. E la riflessione di questa giornata ha interessato inevitabilmente anche questo aspetto. Le nostre sorgenti – ha aggiunto – in questo periodo hanno una portata inferiore fino al 50% rispetto allo scorso anno. Siamo preoccupati ma organizzati: nel tempo abbiamo attuato una strategia di diversificazione delle fonti di approvvigionamento e una serie di investimenti per garantire una maggiore resilienza delle infrastrutture alle crisi idriche sempre più severe, come quella che probabilmente dovremo affrontare questa estate. Unitamente a questo c’è l’impegno costante sulla riduzione delle perdite in rete che a Perugia, ad esempio (dati Istat 2020), sono scese sotto al 39%, uno dei dati migliori tra i capoluoghi di regione italiani. L’Obiettivo 6 dello sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 parla di accesso universale ed equo all’acqua potabile per tutti – ha continuato Buonfiglio -. E partendo da ciò, nella nostra dimensione territoriale, garantiamo valori sempre crescenti di qualità dell’acqua erogata e depurata, volumi sempre minori di fanghi smaltiti in discarica con oltre settemila analisi effettuate ogni anno sull’acqua immessa negli acquedotti. Nel 2021 – ha concluso – abbiamo inoltre realizzato, con la Regione, le Usl, l’Arpa, l’Auri, i Comuni dell’Alto Tevere, l’Eaut e l’Autorita di Bacino, il primo “Water Safety Plan” in linea con le direttive dell’Istituto Superiore di Sanità per la valutazione e gestione dei rischi associati a ciascuna fase della filiera idrica”.

 

“L’Umbria è un laboratorio naturale e non c’è luogo più adatto per celebrare la Giornata mondiale dell’acqua – ha spiegato Lucio Ubertini(Unesco, Chair in Water Resources Management and Culture in rappresentanza del Ministero della Transizione Ecologica) -. Questo territorio non è però un parco dove c’è vegetazione spontanea, ma un giardino vero e proprio da curare centimetro per centimetro, da far crescere proprio grazie anche a interventi idraulici tali da renderlo vivibile e inclusivo. Questa è una regione attraversata da un grande fiume come il Tevere e proprio l’acqua nel Cuore Verde è un elemento imprescindibile”.

 

“Il tema di questa Giornata per l’anno 2022 è rappresentato da ‘Acque sotterranee – Rendere visibile l’invisibile’ – ha spiegato Sandro Rossignoli, dirigente Auri -. Per quanto ci riguarda abbiamo ritenuto fondamentale rimarcare l’impegno in una serie di eventi e manifestazioni sull’intero territorio umbro. Questo nella consapevolezza che con l’aggravarsi del cambiamento climatico, le acque sotterranee diventeranno sempre di più un bene strategico. E per questo si impone la necessità di lavorare insieme per gestire in modo sostenibile questa preziosa risorsa”.

 

“L’acqua è uno degli elementi vitali di cui tutti hanno bisogno – ha detto nel suo saluto il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve -. Essa trova una menzione particolare nelle sacre scritture e il più delle volte assume il significato che le è proprio: sanare, dissetare, purificare ogni essere vivente. L’acqua è necessaria per la vita dell’uomo e per il Creato: è un bene prezioso che non si deve e non si può sprecare, né inquinare. E’ un bene limitato – ha aggiunto – e per questo Papa Francesco ci ricorda che è dunque un bene essenziale e universale che determina la sopravvivenza delle persone. Questo mondo ha un grande debito verso chi non ha accesso all’acqua potabile. Perché senza acqua non c’è vita”.

 

LA MOSTRA

 

La mostra che si è aperta stamattina a Palazzo della Penna – e che proseguirà fino al 5 aprile – racconta con immagini e oggetti la storia moderna degli acquedotti (dal 1890 al 1935) che hanno “dato da bere” a Perugia. L’esposizione allestita da Umbra Acque in collaborazione con l’Assessorato comunale alla Cultura è ricca di spunti per capire come la città abbia storicamente affrontato la questione dell’approvvigionamento idrico.

 

“A nome mio e del presidente di Umbra Acque – ha detto l’Ad di Umbra Acque, Tiziana Buonfiglio – voglio ringraziare l’assessore Varasano perché è davvero un onore per Umbra Acque vedere ospitata la propria mostra nella suggestiva location di palazzo della Penna. Un sito denso di storia in cui raccontare la nostra di storia, nonché testimoniare la nostra missione, ricordando sempre che l’acqua è un bene pubblico da gestire in modo industriale proprio per garantirne a tutti la disponibilità in modo continuativo e qualitativamente elevato. E infine il mio grazie va a Marino Burini, dirigente di Umbra Acque, che ha personalmente curato questa esposizione”. Umbra Acque al termine della mostra realizzerà un catalogo e il ricavato delle vendite sarà devoluto in beneficenza.

 

 

“L’esposizione sulla storia degli acquedotti moderni di Perugia – ha affermato l’assessore comunale alla Cultura, Leonardo Varasano – è una mostra particolarmente significativa poiché ci aiuta a rivivere l’anelito di modernità e le fasi di crescita, demografiche e non solo, della Città. Attraverso documenti e immagini si ripercorrono le tappe di un desiderio che è andato a concretizzarsi in poche decine di anni, tra la costruzione dell’acquedotto di Bagnara e quello della Scirca. Sopra questo excursus storico – ha concluso -, un monito fondamentale che ricorda l’importanza vitale dell’acqua e il rispetto che ad essa si deve, in ogni tempo e in ogni luogo”.

 

La mostra mette in risalto il lavoro e l’ingegno delle donne e degli uomini che hanno realizzato gli acquedotti moderni di Perugia. Passati i tempi dei pozzi etruschi e delle cisterne romane, infatti, Perugia già dal 1200 va alla ricerca di acqua dalle sue colline e con la realizzazione dell’acquedotto medievale di Monte Pacciano celebra la grandiosa fontana di Piazza facendo zampillare l’opera adornata da Nicola e Giovanni Pisano. Per ben sei secoli questo è rimasto l’unico acquedotto che riforniva la città, croce e delizia visto il tanto tempo in cui per vicissitudini varie, l’acqua non arrivava in città. Solo alla fine del 1800, dopo decenni di discussioni e dispute, Perugia decide di costruire un nuovo acquedotto, andando a prendere l’acqua dalle sorgenti di Bagnara a Nocera Umbra con un acquedotto lungo oltre 44 chilometri con una galleria di 1022 metri circa. Un acquedotto da ben 28 litri al secondo, tanta quanta ne poteva portare la lunga tubazione in ghisa che raggiungeva al termine del suo percorso il serbatoio di Monte Ripido, realizzato anch’esso insieme all’acquedotto nel giro di soli due anni. Il sindaco Ulisse Rocchi inaugurò infatti l’opera il 20 settembre del 1899. La città intanto cresceva e l’acqua non bastava più: si riprese allora il progetto dell’acquedotto Scirca, dalle sorgenti del monte Cucco, altri 44 chilometri di acquedotto, scartato alla fine dell’ottocento perché più costoso di quello di Bagnara, e dal 1927 partirono i lavori.