Due anime e due morali

di Pierluigi Castellani

Con il nuovo corso del governo del cosiddetto cambiamento va di moda il dualismo cioè la modalità di rapportarsi in modo duale su tutte le questioni più importanti senza poi trarne, almeno apparentemente, alcuna conseguenza. Così è all’interno del governo con il duo Salvini-Di Maio, così è all’interno delle forze politiche che compongono la maggioranza anche se la Lega appare la più monolitica ove non si registrano dissensi nei confronti della linea imposta dal leader. Ma questa dualità si nota in ogni caso nel centrodestra formalmente ancora in vita anche se sempre più insofferente appare l’ala berlusconiana nei confronti di Salvini non ancora classificato per evidente opportunità come traditore. Su ogni questione si registra questo dualismo. All’interno dei 5Stelle Di Maio sulla questione migranti è del tutto allineato con Salvini, ma non così Roberto Fico che anche sulla vicenda della nave Diciotti ha detto apertamente, che tutti i 177 suoi ospiti dovevano essere sbarcati, appoggiato in questo da molti parlamentari a lui vicini. Ma questa diversità di vedute non solo non desta scandalo ma non comporta alcun affrancamento dalla linea ufficiale del governo egemonizzata da Salvini. Ci si limita solo a dire pudicamente che si tratta di diverse sensibilità. Ed è così anche su altre questioni come sulla vicenda di Genova. Lega e 5Stelle sembrano uniti nel chiedere la nazionalizzazione delle autostrade italiane, ma poi se si va nei dettagli, anche se non proprio tali, si trovano differenti accenti su chi dovrà ricostruire il ponte. I 5Stelle sono per affidare la ricostruzione del ponte alla Fincantieri e quindi allo stato mentre Giovanni Toti presidente della Regione Liguria, forzista ma molto vicino alla Lega, va avanti con le procedure che affiderebbero la ricostruzione alla Società Autostrade, che pur tuttora rimane il gestore della rete nonostante l’annunciata volontà governativa di revocare la concessione. E poi Salvini va avanti con il suo rapporto stretto con il leader ungherese Orbàn, capofila del gruppo di Visegrad ostile ad ogni ricollocamento dei migranti in tutti i paesi europei, mentre i 5Stelle si affrettano a derubricare l’incontro a Milano come politico e non tra due rappresentanti di governo. E’ evidente in questo caso la volontà dei pentastellati di smarcarsi da un ingombrante politico conservatore con tentazioni autoritarie come l’ungherese. E così avviene anche nel centrodestra dove Berlusconi, forse desideroso di un riaggancio con Salvini, difende il leader leghista per la sua vicenda giudiziaria relativa all’ipotesi di sequestro formulata dal pm di Agrigento a proposito della nave Diciotti mentre il ministro della Giustizia Bonafede, pentastellato, difende i magistrati dagli attacchi di Salvini. Ma non manca in questo dualismo anche la doppia morale. Mentre Di Maio, a suo tempo, chiese le immediate dimissioni dell’allora ministro Alfano perché indagato oggi difende Salvini, pur indagato, rivelando un suo lato garantista fino ad ora sconosciuto. Ma per i 5Stelle, si veda il caso di Virginia Raggi sindaco di Roma e per altri amministratori pentastellati, si è garantisti per i propri amici e giustizialisti per gli avversari fino a scatenare vere e proprie gogne mediatiche quando si tratta di qualche politico del PD. La nuova politica è così: divisa al proprio interno e con messaggi divaricanti lanciati all’opinione pubblica, che pur tuttavia sembra apprezzarla, perchè i sondaggi sono tutt’ora favorevoli al governo Salvini-Di Maio (a proposito presidente Conte dove sei?). Ma alla lunga si possono tenere due piedi in una sola scarpa? Quanto durerà questo gioco a tu lo dici ma io lo nego ? Non è dato saperlo, ma gli italiani prima o poi vorranno un governo che cammini speditamente verso una medesima direzione.

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