Fake news e politica

di Pierluigi Castellani

Il confronto politico nel nostro paese ha oramai imboccato la strada di una perenne campagna elettorale in cui sembra che nessuno si preoccupi dei reali problemi dell’Italia ma solo di far colpo sull’opinione pubblica per acquisire più larghi consensi. Strumento per infuocare questa perenne campagna elettorale sono soprattutto le fake news, cioè le false notizie di cui si inonda l’opinione pubblica per creare allarme e paura in modo da consentire al demagogo di turno di offrire la sua pronta ricetta per fugare questa paura. Tra queste notizie si è ben distinta  la falsa argomentazione, sostenuta dalla Lega di Salvini e da FDI della Meloni, che il Mes, cioè il meccanismo europeo salva Stati, sarebbe penalizzante per l’Italia perché metterebbe a rischio i risparmi degli italiani, che addirittura servirebbero ( Salvini dixit) a salvare le banche tedesche.

Che sia una colossale menzogna dovrebbe essere evidente a tutti anche perché il Mes già esiste e quanto  è ora all’esame dell’eurogruppo è solo una modifica, che dovrebbe servire a rafforzare le modalità di intervento per evitare che gli Stati in difficoltà vadano in default. E che si tratti di una evidente strumentalizzazione lo dice il fatto che le modifiche sono state interamente negoziate dal governo giallo-verde di cui Salvini era vicepremier. Forse Salvini frequentando poco il ministero, come è noto, era in giro per l’Italia ad intrattenere i suoi fans su qualche spiaggia o in qualche piazza e quindi non poteva presenziare alle riunioni, che in genere si svolgono a Palazzo Chigi. Quindi la contrarietà della destra di Salvini e della Meloni , a cui si è accodata sia pure timidamente FI in modo del tutto incoerente con il proclamato europeismo di Berlusconi, è il caso tipico di come si possa tentare di manipolare l’opinione pubblica per diffondere paure per poi presentarsi ad offrire la soluzione per dissiparle. Ma non si può neppure dimenticare che il populismo sovranista non ama occuparsi di questioni complesse, che comportano dossier che vanno studiati e non semplicemente orecchiati, ma non tutti i politici, come ha ricordato recentemente il presidente Conte nella sua informativa al parlamento, amano applicarsi seriamente allo studio di questi dossier. A domande complesse non si possono dare risposte facili e sbrigative, come vorrebbe certa propaganda sovranista, che riduce tutto a slogans buoni per  comizi in piazza, ma non a trovare soluzioni per le urgenti domande che nascono nel paese.

Altra  falsa e diffusa informazione riguarda il tema dei migranti. Si agita la paura dell’invasione e dell’islamizzazione dell’Europa quando gli arrivi sulle nostre coste sono decisamente e fortemente diminuiti e quando l’ottanta per cento dei migranti scesi dalle navi, che li hanno recuperati nel mediterraneo, viene redistribuito tra i paesi europei che hanno aderito all’accordo di Malta, che il nuovo governo Conte ha fortemente voluto, dimostrando che ad un problema complesso, e quello dell’immigrazione lo è certamente, si risponde non con proclami ma con un serio lavoro, che coinvolga tutta l’Europa. Per questo l’inquinamento del confronto politico con le fake news è un serio problema per la democrazia, che può essere messa in pericolo da quella che appare sempre più una manipolazione delle masse, che ha già prodotto gravi  esiti come la storia ha dovuto purtroppo registrare.