Il governo non c’è più

di Pierluigi Castellani

Dopo quattordici mesi di burrascosa navigazione il governo del cambiamento si è spiaggiato ( è proprio il caso di dirlo) sui lidi balneari del tour elettorale di Matteo Salvini. Gli italiani si dovrebbero ora interrogare su che cosa è veramente accaduto in questi mesi di governo gialloverde, perchè tutti i problemi del paese sono rimasti irrisolti sul tappeto ed anzi si sono aggravati con la stagnazione economica che ora minaccia l’Italia. Che ne sarà dell’Ilva di Taranto, che cosa accadrà a proposito di Alitalia e come si risolveranno le tante crisi aziendale che assediano i palazzi del governo come la crisi della Wirpool ? E le tante roboanti promesse ed asserzioni che non sono state risparmiate agli italiani in questi mesi, che fine faranno? La flat tax, la sterilizzazione degli aumenti iva, il taglio del cuneo fiscale, l’aumento degli investimenti pubblici, lo sblocco dei cantieri saranno probabilmente al centro della prossima campagna elettorale,ma molto lontani da una loro attuazione. Pensate che anche la convenzione con i Benetton per la gestione delle autostrade è ancora in piedi e siamo ad un anno esatto dalla tragedia del ponte Morandi. Tutti si erano affrettati a denunciare i presunti colpevoli dell’ accaduto assicurando che si sarebbe immeditamente provveduto a cambiare le modalità di gestione delle autostrade, ma poi tutto si è perduto nella dura realtà dei grovigli giuridici, che certamente l’inconcludenza del ministro pentastellato delle infrastrutture non è riuscito a sbrogliare.

Gli italiani dopo il giugno 2018 pensavano di dover assistere ad un nuovo modo di governare ed invece sono stati storditi dalla bulimia propagandistica dei due leader politici Salvini e Di Maio in perenne competizione tra di loro e così l’opinione pubblica ha assistito ad una partita di cui ,stando ai sondaggi ed al risultato delle europee, Salvini è risultato il netto vincitore. E’ così il contratto del cambiamento si è rotto nel momento in cui il leader della Lega ha deciso di passare all’incasso con nuove elezioni, giocando anche la pericolosa carta della personalizzazione con la sua richiesta di ” pieni poteri ” . Sicuramente sarà capace di aggregare intorno a sè tutto il centrodestra vista la gran voglia di governo che ha la Meloni e che sicuramente sedurrà anche  Berlusconi e quel che è rimasto della sua FI. Per questo a chiedere le elezioni subito è tutto il centrodestra incurante delle divisioni al loro interno. Ad esempio come farà il neoeuroparlamentare Berlusconi a conciliare il suo europeismo con il più che scetticismo di Salvini nei confronti dell’Europa. Salvini afferma di voler fare una manovra d’autunno senza tener conto dei “numerini” di Bruxelles. Ciò comporta uno sforamento dei parametri europei con una possibile fuoriuscita dall’Euro. Berlusconi è pronto ad assecondare questa deriva ? Purtroppo però nel campo avverso le cose non vanno meglio. Renzi se n’è uscito con la proposta di un governo istituzionale per allontanare le urne, ma Zingaretti è contrario e così chi era ferocemente contrario ad un accordo con i 5Stelle ora sembra favorevole e chi invece fino al 22 luglio scorso era favorevole come Franceschini ora invece si allinea con Zingaretti. Insomma la confusione e le divisioni nel PD continuano e non sembra ancora farsi avanti chi potrebbe essere capace di aggregare quanti non vogliono che l’Italia sia governata dal populismo sovranista. La posta in gioco è proprio questa. Quale sarà il futuro dell’Italia in Europa? Sarà con chi vuole un’Europa rinnovata ma solidalmente integrata o con chi, come la Le Pen, vuole far risorgere gli esasperati nazionalismi ?