La nuova legge elettorale regionale

di Pierluigi Castellani

La riduzione in Umbria dei consiglieri regionali da 30 a 20 comporta il varo, prima delle prossime elezioni, di una nuova legge elettorale. Infatti il consiglio regionale dell’ Umbria ha iniziato, pur tra qualche difficoltà,  ad esaminare le ipotesi che sono state avanzate. Tra queste mi sembra degna di attenzione quella proposta dal consiglere Luca Barberini che prevede il collegio unico ed il doppio turno nel caso del non raggiungimento nel primo della soglia del 40% da parte della coalizione che raggiunge il maggior numero di consensi.

Questa proposta mi sembra che abbia il pregio della maggiore coerenza con quanto si sta delineando a livello nazionale ed abbia soprattutto il vantaggio di essere  facilmente percepita dai cittadini perché semplice nel suo impianto. Si sono sollevate molte critiche all’ipotesi del   collegio unico regionale con la motivazione  che in questo modo non si realizzerebbe una equilibrata rappresentanza dei territori. So bene che  questo tasto è delicato ed è alimentato dal localismo mai sconfitto, ma bisognerebbe in proposito fare più di una riflessione nel momento in cui si mette in discussione la stessa  esistenza dell’Umbria come entità istituzionale. Si ripropone infatti il problema delle macro regioni nel nuovo quadro istituzionale che si sta delineando con la riforma del Senato e del titolo V della costituzione. All’interno di questa tematica  che senso ha parlare di rappresentanza dei territori quando ènecessario rafforzare la rappresentanza dell’intera regione? Infatti il collegio unico regionale facilitarebbe la selezione di una  classe dirigente che si senta rappresentante dell’intera regione anziché di un solo territorio ed in questo modo si irrobustirebbe quell’identita regionale umbra che èuno dei veri prodotti di questi quarant’anni e più di vita della nostra istituzione regionale.

Proprio in un  contesto in cui si parla di macro regioni èpiù opportuno che ci siano consiglieri  che si sentono rappresentanti di una intera regione anziché di un limitato territorio ad affrontare la sfida  che impongono i tempi. L’ eccessivo localismo farebbe venir meno una visione globale di cui necessita oggi il panorama politico. Naturalmente c’è il tema della preferenza di genere  che va affrontata in linea con le soluzioni  che si sono adottate a livello nazionale , consapevoli che non  basta una previsione di legge a far emergere una  classe dirigente rispettosa della diversità di genere , che invece si potrà avere solo  con un diverso modo di vivere gli spazi della politica e delle professioni.

E per quanto riguarda il doppio turno vorrei che il PD fosse coerente con le proprie impostazioni che hanno sempre privilegiato il doppio turno per le varie proposte di legge elettorale avanzate a livello nazionale. Pesa la sconfitta nel doppio turno al comune di Perugia ? Credo di sì, ma non si può fare marcia indietro sul doppio turno perchépotrebbe  non giovarci. Le leggi si fanno per assicurare al paese, in questo caso alla regione, stabilità e governabilitàanche nel caso non dovessero favorire il proprio partito.

 

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