Primarie Pd e trentamila umbri rimasti a casa

Il direttore di ” Repubblica” Mario Calabresi scrive oggi che il numero dei cittadini che ieri hanno votato alle primarie è in assoluto il piu’ basso da quando sono state istituite. Aggiunge però che e’ un dato molto più alto delle aspettative e soprattutto piu’ forte della stanchezza e del disincanto. Ha perfettamente ragione il direttore di “Repubblica” la partecipazione è stata superiore alle previsioni, sebbene inferiore del trenta per cento rispetto al 2013. Non era scontato e questo è un buon segnale per il Pd.

Anche in Umbria l’affluenza è stata buona (40.568 votanti) ma il numero dei cittadini che hanno disertato l’appuntamento di ieri è, in termini assoluti, abbastanza rilevante per una regione piccola. Rispetto al 2013 più di 30.000 umbri hanno deciso di restare a casa con un calo del 47% a Perugia  e del 40% a Terni. Certo il dato politico più  rilevante è la vittoria schiacciante di Matteo Renzi che raggiunge addirittura l’80,8% dei consensi, con l’ Umbria che si colloca in cima alla classifica delle regioni più renziane. Ma per i democratici umbri non è tutto oro quello che appare. Trentamila persone in meno ai gazebo non sono soltanto un dato numerico, rappresentano piuttosto un elemento politico che va meglio capito. Per i democratici umbri le primarie di ieri sono solo un punto di partenza per recuperare credibilità tra le migliaia di persone che si sono allontanate dal Pd. Altrimenti sprecherebbero una buona occasione che potrebbe non ripetersi in futuro.

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