Buco Montefalco, gli atti non si trovano e il dirigente scrive alla Procura della Repubblica. Riommi: ” Perche’ non ci sono?”.

Si infittisce la vicenda del buco di Montefalco. Con il passare delle ore emergono elementi che anziché diluire la vicenda sul buco di bilancio del Comune ( disavanzo certificato di 4,2 milioni di euro) rischiono di infoltire la già complessa vita politica montefalchese. La minoranza punta sulle responsabilità dell’ex Sindaco, oggi Presidente della Regione, Donatella Tesei: ” Parliamo di un buco maturato tra il 2010 e il 2018″ ha precisato Vincenzo Riommi, proprio quando la Tesei era Sindaco di Montefalco. Un buco che negli anni sarebbe cresciuto a dismisura a causa di residui attivi  ” insussistenti ”  ( crediti non esigibili) e dalla mancata vendita del patrimonio (1,7 milioni di euro). Su tutto questo l’ opposizione ha già inviato alla Corte dei Conti tutta la documentazione. Ma nelle ore sono emerse delle novità assai delicate, naturalmente se saranno confermate.  Riommi però è assai preciso nel denunciare alcuni fatti accaduti e ricostruisce con particolari quanto avvenuto in occasione della variazione di bilancio da 11 milioni necessaria per approvare poi il rendiconto del 2019. ” L’ atto in questione – afferma Vincenzo Riommi – richiama alcune determine dirigenziali che stabilivano la esigibilità di quei crediti. Quando le abbiamo chieste , l’ attuale dirigente del Servizio finanziario, arrivato solo lo scorso anno,  ci ha scritto con tanto di posta certificata, che quelle determine non ci sono.  Tanta da far scattare l’esposto alla Procura della Repubblica,  in autotutela, da parte del dirigente”. A questo punto il leader dell’ opposizione di Montefalco si chiede: ” Gli atti mancano perché non sono stati redatti o perché non si trovano ?”.  Poi conclude in maniera categorica: ” L’accertamento delle responsabilità le lasciamo ad altri soggetti,  c’è stato certamente uno scarso controllo perché residui così alti è difficile iscriverli a bilancio in un comune piccolo come Montefalco”. A questo punto la questione si è  ingarbugliata  e toccherà al Sindaco Titta provare a rimettere in fila le cose, a cominciare da tutta la documentazione di questi anni. Non sarà facile per come si è avviluppata ma ormai sembra evidente che non si tratta più soltanto di una vicenda politica.