Cerca di strangolare connazionale, la polizia lo rispedisce a Capanne

PERUGIA -Mohamed AREUKI, marocchino del 1979, ha dato molto da fare alla Polizia di Perugia, innanzitutto perché, presente in città da qualche anno, vive in condizione di clandestinità sul territorio nazionale.

Ha numerosi precedenti penali di ogni sorta: tanto per cominciare, per spaccio di sostanze stupefacenti e per la violazione delle norme sull’immigrazione, ma è anche un violento, visto che annovera sul suo curriculum criminale pendenze per porto abusivo di armi e oggetti atti ad offendere, minaccia, lesioni personali e persino resistenza a Pubblico Ufficiale.

Inoltre, come se non bastasse, alle forze dell’ordine che lo hanno identificato e fotosegnalato, in passato, ha fornito diverse generalità: le sue impronte digitali, infatti, risultano corrispondere anche ad un certo ORAIBI Kamel, sempre del 1979 ma, stavolta, tunisino.
Dallo scorso giugno 2014, la giovane “promessa” della microcriminalità tunisina a Perugia viene sottoposta alla detenzione domiciliare, quale misura alternativa alla detenzione in carcere, per l’espiazione di una pena conseguita per spaccio di droga.

L’uomo, però, lo scorso 5 novembre, non si limita ad evadere dal luogo di esecuzione della sua condanna, già resa meno afflittiva essendo svolta a casa sua, ma addirittura si reca presso l’abitazione di un suo connazionale e, per chissà quale motivo, lo aggredisce pesantemente: la vittima, infatti, risulterà avere su di sé i segni tipici di un tentativo di strangolamento, oltre ad una ferita procurata alla mano con un’arma da taglio, nonché escoriazioni alla testa ed al collo.

Immediate le indagini della Polizia, che ha ricostruito l’accaduto ed individuato, non senza difficoltà, l’identità dell’autore di questo violentissimo episodio.

La segnalazione fatta a carico dell’AREUKI, sul quale sono stati raccolti elementi più che sufficienti per ribatterlo in carcere, ha indotto l’Ufficio di Sorveglianza di Perugia a prendere provvedimenti, anzi l’unico provvedimento possibile in questi casi: costringere il condannato a proseguire la sua pena nel luogo a tal fine, per lui, più idoneo, ovvero Capanne.

Nel pomeriggio di ieri venerdì 14 novembre, gli uomini della Sezione “Criminalità Organizzata” della Squadra Mobile, diretti da Marco Chiacchiera e coordinati da Piero Corona, si sono presentati all’indirizzo di domicilio del giovane tunisino, per recapitargli una inaspettata sorpresa: una villeggiatura gratuita presso la Casa Circondariale di Perugia.

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