Inchiesta ricostruzione in Abruzzo, la moglie di Roscini: “Stè, famme capì quanto rubamo”

PERUGIA – Il filone su cui gli investigatori si stanno attivando nell’inchiesta sulla ricostruzione in Abruzzo è quello che vedrebbe coinvolta la “politica”, almeno stando a quanto scritto sull’appunto di Stefano Roscini. Nell’appunto c’era scritto che il 5 per cento era per la politica, il 3 per Angelo (Melchiorre, responsabile dell’Ufficio ricostruzione di Bussi), il 4 per i tecnici, il 5 per la tecnologistica e il 5 per il progetto. Totale 22 per cento dell’ammontare dell’appalto.

Questa sarebbe stata la spartizione delle tangenti del gruppo nato dal consorzio Ges.Com, con al centro l’ex colonnello Giampiero Piccotti, l’imprenditore Stefano Roscini e il geometra Angelo Riccardini. Dopo Bussi, il gruppo puntava su Bugnara e poi sull’Aquila. Tra Melchiorre e il gruppo c’è anche una scrittura privata che riconosce al tecnico il 2,7 per cento. Melchiorre, tra l’altro, si era fatto trasferire a Bugnara per gestire anche la ricostruzione di quel comune. Intanto oggi andranno in scena gli interrogatori, con gli arrestati che compariranno davanti al Gip.

Novità emergono anche dalle intercettazioni. “Ecco, diciamo che dopo, a che periodo era riferito il, tanto per, no? Capì quanto rubamo…”, dice la moglie di Stefano Roscini, chiamando il marito dopo una perquisizione nel 2015. Stefano: “Francè“. La moglie: “No, che ne so io se erano, se erano lavori di giugno volevo dì, no“. Stefano prosegue: “te devi fa i c…tuoi per telefono, va bene? Eh, non rubiamo niente, non rubiamo. Non abbiamo rubato niente in vita nostra, quindi eh, va bene? Allora non mi creare più problemi di quelli che ho già, va bene? Sai che io non ce l’ho i problemi“. La moglie prosegue: “Eh, ma dovrebbero sapè insomma quanto tu rubavi“. Stefano: “Va bene sì, continua a fare i letti“. La moglie: “Testa di c…, vabbè“.

Si delinea comunque come ad essere il deus ex machina fosse l’ex colonnello Piccotti che dice in una telefonata: “Il terremoto l’ha fatto tutto Angelo. Quello che è stato fatto in Abruzzo l’abbiamo costruito io e Angelo, va bene? Stefano ha preso quello che noi gli abbiamo dato. Io stavo là a morire di un colpo di freddo“. Poi parlando con Riccardini: “sì, i progetti però attenzione noi vogliamo altri aggrefati all’interno della casa del centro storico“. Ancora: “Non bastano due, tutta quella cosa per sei aggregati?”.

Chiarifica il sistema la mail di Piccotti del 2015: “Il sottoscritto, prima attraverso una società di logistica e poi tramite un consorzio di servizi, logistica e programmazione d’impresa ha condotto e organizzato tutta la compagine fino alla fase finale degli obiettivi prefissati, qui nessuno si può sfilare“.

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