Terni, dall’Usb si alza il “no” alla vendita di quote capitali di Asm

TERNI – I sindacati si sentono esclusi dagli incontri in atto su Asm.
“Abbiamo purtroppo il timore – scrivono i sindacati – che il netto “NO” opposto dalle RSU di ASM tutte, verrà travolto e tradito in nome delle compatibilità di mercato, delle logiche del meno peggio, dalla retorica dell’efficientismo del privato o dell’ingresso di partner pubblici”.

Inaccettabile per l’Unione sindacati di base che “la proprietà si scelga gli interlocutori sociali con cui confrontarsi sul futuro di ASM, optando magari quelli più malleabili o politicamente orientabili, così come seguitiamo a ritenere inaccettabile che il futuro dell’Azienda debba ritenersi già segnato, nel nome degli equilibri di bilancio e delle “strategie” di un mercato sempre più cannibalesco.

Le recenti dichiarazioni della Proprietà e dell’amministratore delegato,  per quanto cerchino di rappresentare un quadro roseo in caso di vendita ad altre società pubbliche delle quote di ASM – cosa tutta da dimostrare – è invece a nostro avviso foriero di ulteriori cessioni.
Temiamo fortemente che tale operazione possa costituire il presupposto della perdita del profilo pubblico di una Azienda che deve invece rimanere proprietà dei cittadini ternani”.
“L’USB auspica – scrivono nella nota finale – che la proprietà, il Comune di Terni, voglia ripristinare il più ampio, partecipato e democratico confronto su una tematica che investe una delle Aziende più importanti del territorio, confronto basato sulla trasparenza, sulla base di dati e progetti industriali certi e con al centro la tutela dei servizi, dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori.
L’USB ha ricevuto un chiaro mandato dalle RSU e dai lavoratori dell’Azienda, volto alla difesa delle finalità pubbliche e sociali dell’ASM ed alla salvaguardia occupazionale e delle condizioni dei lavoratori.
Per questi motivi, laddove la Proprietà volesse confermare l’inaccettabile chiusura al dialogo e confronto con l’USB, disconoscendo la piena titolarità e dignità a partecipare a tutti percorsi che riguardano l’Azienda ed i lavoratori che rappresenta, procederemo nei prossimi giorni a proclamare lo stato di agitazione.
A quel punto saranno le procedure dettate dalla Legge, con la procedura di raffreddamento prevista, a chiamare in causa la Proprietà e l’Azienda a discutere con USB, in sede prefettizia.
Auspichiamo non si debba ricorrere a questo, soprattutto con un’Amministrazione che vanta una storia di partecipazione democratica verso tutti i soggetti, sindacali e sociali, del territorio”.

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