Omicidio Meredith, Sollecito in tv: “Giustizia è fatta”

Parte dal salotto di Lilli Gruber la campagna pubblicitaria per la presentazione del libro  di Raffaele Sollecito “Un passo fuori dalla notte”. L’ingegnere pugliese in studio insieme allo psicologo Paolo Crepet ha raccontato la sua esperienza parlando anche con  l’ex magistrato Gherardo Colombo, in collegamento. “Giustizia è fatta – esordisce Sollecito rispondendo alle domande della Gruber – il rammarico è che sono passati otto anni per definire quello che era già chiaramente definito. Meredith ha avuto giustizia, il responsabile del suo delitto è infatti detenuto”. Sollecito ha quindi stigmatizzato l’iter giudiziario sulla vicenda, a partire dal rito abbreviato concesso a Guede, creando “due processi paralleli che vertevano su un unico fatto”.

Nel mirino di Sollecito sono tornati gli errori nelle indagine, segnalati dalla sentenza della Cassazione. “E’ stata troppa la fretta nelle indagini che hanno avuto gli inquirenti e che ha portato a errori – ha detto Sollecito – dare credito ad una ventenne americana che non parlava italiano. Poi non sono stati fatti subito i rilievi. Si è prediletto una pista piuttosto che un’altra”. E alla domanda sulla reazione della famiglia di Meredith: “Non posso capire cosa significa perdere una figlia ma ho perso mia madre. E’ un dolore fortissimo, dal quale non puoi tornare indietro. In questa vicenda invece le cose sono chiare: nella stanza non esiste una traccia diversa da quelle di Guede”.

L’attenzione si è poi spostata sui tempi dell’indagine e sui danni d’immagine che questa ha provocato. “Una cosa del genere – ha detto Sollecito – può capitare a tutti. Ci sono voluti otto anni per arrivare ad una sentenza che descrive e fotografa tutto. In questo tempo io ho subito un silenzio forzato, senza reagire ad un sopruso che mi ha distrutto la vita. L’opinione pubblica non è garantista. C’è un giro particolare che crea una lobby di forcaioli”.

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