Perugia, morì per una diverticolite non diagnosticata all’Ospedale di Perugia: risarcimento di un milione e mezzo ai familiari

E’ morta per un errore medico a soli 55 anni. Una comune diverticolite che ha portato al decesso di una donna all’Ospedale di Perugia. Era una notte dell’ 11 agosto 2014 quando Mina arrivò in ambulanza al Santa Maria della Misericordia  con dei dolori all’addome. La diagnosi fu di blocco intestinale, dopo 18 ore la donna morì prima che i sanitari riuscissero a sottoporla a un intervento chirurgico. In poche parole, secondo l’accusa, la donna sebbene fosse affetta da diverticoli venne curata per un blocco intestinale e sottoposta ad un clistere. Per il giudice,  la condotta medica è stata “gravemente imprudente consistita nell’avere eseguito un trattamento (la rettoclisi) potenzialmente dannoso, senza preoccuparsi di eseguire prima gli esami ( ecografia e soprattutto Tac)… non vi è dubbio che una condotta prudente avrebbe richiesto di astenersi dal praticare la rettoclisi”. Così otto anni fa iniziò un lungo procedimento legale contro l’Azienda ospedaliera di Perugia. A parere dei medici dell’Ospedale la repentina e anomala evoluzione del quadro clinico non avrebbe permesso di salvare Mina. Il giudice però è stato di diversa opinione: se fossero stati eseguiti tempestivamente gli esami la donna poteva essere salvata. Così la prima sezione civile del Tribunale di Perugia ha emesso una sentenza di condanna assai pesante: l’Azienda Ospedaliera di Perugia dovrà risarcire i quattro figli di Mina, il marito, la madre e i fratelli per un milione e mezzo di euro.