Spoleto, contrabbando di vodka: spoletino nei guai. Sessantamila bottiglie vendute a nero

Sei anni fa era già finito nei guai per un deposito illegale di diverse tonnellate di alcolici di contrabbando. Ora, nell’ambito di una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Spoleto, la sventura arriva dall’Ufficio delle Dogane di Perugia che ha accertato un’evasione di quasi 230 mila euro da parte dell’amministratore e socio unico, un 60enne spoletino, di una società operante nel settore del commercio di alcol. L’accusa, ancora una volta, è di contrabbando di superalcolici: vodka. Un meccanismo messo in piedi per non pagare Iva ed accise. I funzionari del reparto antifrode delle Dogane hanno accertato che l’impresa agiva quale deposito fiscale nonostante l’Agenzia delle Dogane e Monopoli avesse revocato la licenza alla movimentazione di alcolici dopo l’inchiesta di sei anni fa che aveva portato a cinque arresti in carcere, due ai domiciliari e quattro denunciati in stato di libertà. In poche parole l’impresa spoletina avrebbe continuato ad acquistare superalcolici, soprattutto vodka, rifornendosi da una società bulgara con le bevande provenienti da un deposito polacco. L’uomo, riferisce l’Agenzia del Demanio, simulava l’esportazione dell’alcol in Turchia, prima dall’Italia, poi dalla Polonia, facendo sparire le tracce per la vendita in completa evasione di accise e Iva. Sono state accertate tre spedizioni di vodka per un totale di circa 50 mila litri, più di 62 mila bottiglie confezionate, la prima avvenuta nel 2018, le altre due nel 2020 in piena pandemia da Covid. La frode ha consentito di commercializzare sul mercato circa 50 mila litri di vodka per un controvalore di 170 mila  euro ai fini accisa e 60 mila euro ai fini Iva. E’ prevista una sanzione che va da un minimo di 130 mila euro a 160 mila euro.

Foto: Procura della Repubblica di Spoleto