Ad agosto i ricoverati Covid in Umbria sono quattro volte in più di quelli di luglio: 41 sono i pazienti oggi in ospedale

Ad agosto i ricoverati Covid nel reparto di malattie infettive  dell’ospedale di Perugia “sono quattro volte in più di quelli di luglio” ma la responsabilità “non è della nuova variante Eris che non si sta dimostrando più severa delle altre della famiglia Omicron alla quale appartiene”, quanto piuttosto “del calo di efficacia dei vaccini per il tempo passato dall’inoculazioni e dall’eliminazione di tutte le misure di contenimento”. Lo ha affermato la professoressa Daniela Francisci all’Ansa, direttrice della struttura complessa di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera di Perugia e direttrice della Scuola di specializzazione universitaria. In Umbria i ricoverati positivi scesi a 11 tra il 6 e l’ 8 agosto sono ora risaliti a 41, con una prevalenza dei pazienti in area Covid ma nessuno in rianimazione. “Nei mesi scorsi abbiamo scelto di non parlare più di Sars-CoV-2, di dimenticarcene, ma il virus ha continuato a circolare in maniera silenziosa”, ha spiegato la Francisci. “Nel nostro reparto – aggiunge – più della metà dei pazienti sono Covid. Tutti ultraottantenni, con più malattie e vaccinati ormai da diverso tempo. Spesso hanno delle polmonite legate al virus alle quali talvolta si sovrappongono quelle batteriche. Per tutti stiamo utilizzando gli antivirali ma per qualcuno è stato necessario un supporto ventilatorio non invasivo. Il dato positivo importante è che non ci sono stati decessi”. La responsabile di malattie infettive, sempre all’Ansa, ha sottolineato che “l’incremento delle ospedalizzazioni si sta registrando in varie regioni e Paesi europei. Ci sono più fattori per spiegarlo – continua la Francisci – come il ritorno dalle vacanze, l’allontanarsi delle vaccinazioni e il venire meno delle ultime misure di contenimento, come l’obbligo di isolamento per i positivi. Tra ottobre e novembre arriverà il nuovo vaccino aggiornato e sarà importante che lo facciano soprattutto anziani e fragili. Come è importante – conclude la direttrice di malattie infettive – adottare nuorme di buon senso come sottoporsi al tampone ed evitare luoghi affollati o contatti con i fragili in caso di sintomi che facciano pensare al Covid”.