Agosto flop del turismo in Umbria: flessioni marcate in tutta la Regione. Lo spettro “mordi e fuggi”, ferragosto sotto tono

Niente turisti con numeri da record  in Umbria. Non c’è stato l’exploit annunciato dall’assessore regionale Paola Agabiti, non sarà un ferragosto sold out. Anzi, in numerose zone dell’Umbria si registra una vera e propria flessione del turismo e la realtà è meno rosea di quello che appare. Lo dicono gli operatori del settore, lo si vede girando l’Umbria. “Questo ferragosto è il primo che viviamo senza l’assillo del Covid, ma è un ferragosto sottotono”, a dirlo all’ansa è Gianfranco Vissani, il maestro della cucina italiana. Diffusi i cali, soprattutto degli italiani. Un andamento che rischia di avere un impatto negativo sull’andamento del Pil. Un campanello d’allarme ? Probabilmente ancora no. Occorre però riflettere sulla frenata che si sta manifestando nella domanda dopo un buon inizio di anno. Quello che è certo è che l’estate 2023 non sta dando una buona performance per ciò che riguarda il mercato interno. Flessioni marcate si registrano anche sul fronte del turismo green. Lo stesso presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, sempre generoso nell’avallare le previsioni della Regione, è costretto a fare marcia indietro. ” L’agosto dei record del turismo – ha confessato Mencaroni – di cui si è parlato, e su cui avevamo ovviamente sperato, non c’è stato né in Italia, né in Umbria. Eppure, doveva essere il mese che avrebbe stracciato ogni record”. Così, dopo un primo semestre dell’anno caratterizzato da buoni risultati (in tutta Italia), dai primi di luglio sono emersi i primi segnali di frenata fino ad un raffreddamento evidente già dai primi giorni di agosto. Ma ci sono ulteriori problemi strutturali, molto più seri, che caratterizzano il turismo dell’Umbria e che i freddi numeri delle presenze (gli unici ad essere citati dalla Regione) non rilevano. Almeno due: la spesa media per turista in Umbria resta un un valore assai modesto e appare sempre più chiaro che prevale il cosiddetto turismo mordi e fuggi. Il turista che viene in Umbria è fugace e lascia poca ricchezza. In poche parole, nella nostra Regione manca un turismo di qualità che è quello che spende più tempo e più risorse. Per questo continuare ad elencare il numero delle presenze (dato molto approssimativo anche per l’assenza di un monitoraggio attendibile) induce in errore e allontana e distrae dal vero. Un approccio sbagliato che mette fuori strada e impedisce di affrontare i veri problemi del comparto. Così come appare evidente che per promuovere l’Umbria non servono eventi di breve durata che, il più delle volte, si rivelano inconsistenti e inutili. Oltre a richiedere consistenti soldi pubblici. L’evento spot, molto utilizzato recentemente dalla Regione, accende i riflettori sull’Umbria per 24 ore per poi sparire senza incidere sulle criticità strutturali del sistema. Senza una programmazione di alto respiro, senza una visione consapevole e una strategia di marketing, il rischio è quello di non ottimizzare il denaro pubblico e di perdere occasioni storiche in un settore strategico per lo sviluppo dell’Umbria. E’ il momento di fare i conti ma prima serve un salto di maturità.