Coach perugino arrestato, potrebbe aver molestato anche altri ragazzi: il racconto di un cestista

Potrebbero essere di più le vittime di Paolo Traino, l’allenatore di basket di Perugia arrestato a Roma con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di un baby atleta di 13 anni. L’abuso accertato per ora è uno, ma l’arresto del 55enne coach potrebbe scoperchiare  un vero e proprio vaso di Pandora. I ragazzi che potrebbero aver subito molestie da lui rischiano  di essere molti di più. Per ora è più che una ipotesi investigativa. Alcuni giovani potrebbero non aver denunciato formalmente gli abusi magari per non correre il rischio di essere cacciati. Le indagini, nel più stretto riserbo e cautela, vanno avanti, con gli inquirenti convinti di trovare altre testimonianze . Nel frattempo vengono fuori i primi racconti, di altri ragazzi. Ieri, l’edizione di Roma del Corriere della Sera, ha raccolto il racconto di un cestista. Una ricostruzione  puntuale sugli escamotage usati da Traino per rimanere da solo con gli atleti. “Una sera, dopo l’allenamento “, ricorda il cestista che all’epoca dei fatti era appena maggiorenne, Traino invita un suo compagno di squadra, “nella stanza della foresteria” in cui alloggiava. Il ragazzo, fidandosi del suo coach, “si ferma” da lui. Nella camera sono soli. Quando il ragazzo torna dai suoi coetanei “era abbastanza sconvolto e ci disse che l’allenatore l’aveva fatto spogliare” fino a farlo rimanere “in mutande”.  Poi, secondo il racconto riportato ieri dal Corriere, aveva iniziato con i complimenti e il contatto fisico non richiesti. ” Gli accarezzava il torace dicendogli: che begli addominali che hai “. L’episodio però non sarebbe mai stato denunciato. Altri escamotage usati da Traino per restare da solo con gli atleti erano simili: massaggi decontratturanti dopo diverse ore passate in palestra, oppure riunioni per studiare nuove tattiche di gioco. Più o meno gli stessi usati anche con il 13enne  che, andando dalle forze dell’ordine, ha denunciato tutto e ha fatto partire nel 2020  le indagini che pochi giorni fa hanno portato all’arresto del coach. Il tutto otto anni dopo la condanna del Tribunale di Perugia a due anni per molestie su minori, condanna divenuta definitiva lo scorso dicembre. Il 55enne ha continuato però ad allenare. Nessuno ha verificato se quell’allenatore avesse i requisiti, non soltanto tecnici, per stare a contatto con dei minori. Paolo Traino finì agli arresti domiciliari a Perugia nel 2015 per fatti analoghi avvenuti tra il 2012 e il 2015 e fu condannato a due anni di reclusione per molestie subite da ragazzi tra i 15 e 20 anni avvenute nello spogliatoio della palestra e nella stanza della foresteria. Per il Gip del Tribunale di Roma il coach della pallacanestro deve restare in carcere perché “Può colpire ancora”. ” Incredibile lo abbiano rimesso a lavorare con i ragazzini”, denuncia un familiare di uno dei ragazzi di Perugia che dieci anni fa raccontarono gli abusi subiti da Paolo Traino.