Colpo di scena nella Lega, Virginio Caparvi non si ricandida e attacca le “prime donne” del partito. Accuse ai consiglieri regionali

Tempesta sulla Lega Umbria. A sorpresa il segretario regionale Virginio Caparvi getta la spugna e rinuncia alla segreteria regionale. Getta le armi e accusa pesantemente tutti: consiglieri regionali, assessori e non solo. Un vero e proprio terremoto contro una buona parte del gruppo dirigente della Lega. Annuncia di non ricandidarsi e dice tutto ciò che pensa di molti suoi colleghi. Parla di “prime donne che hanno dimostrato più arroganza che talento”.  Poi aggiunge: ” Farebbe bene qualche consigliere regionale a fare due settimane di tirocinio in un Comune, di fianco ad un Sindaco. Scoprirebbe che la politica va un pochino oltre ai social, all’approvazione di mozioni che valgono appena il costo della carta su cui vengono stampate. Imparerebbe il valore di una parola data e la responsabilità e l’onere di doverla mantenere ad ogni costo”. La conseguenza di tutto questo è semplice: “Motivi personali e politici – annuncia Caparvi – mi impongono una seria riflessione. Sono infatti 8 anni (dal 2015 vice segretario poi dal 2018 segretario) che ho l’onore e l’onere di essere responsabile  di una comunità politica che ha portato il centrodestra umbro a stravincere ovunque, come mai accaduto. Una rete di amministratori che è cresciuta, si è rafforzata e poi, in parte, si è dispersa. Un gruppo di persone che comunque, ancora oggi, sostanzia quotidianamente questa rivoluzione”. Caparvi non accetta lezioni da nessuno e rivendica il lavoro fatto in questi anni. ” Al netto delle narrazioni fantasiose di qualche giornalista ‘assoldato’ – prosegue Caparvi – i fatti parlano e parleranno chiaro. Vorrei poter dire che, nonostante un cambio al vertice interno al centrodestra, gli esiti elettorali della amministrative siano rimasti inalterati per la nostra coalizione. Non è così.  Mi rammarico di non aver esercitato il mio ruolo al massimo delle mie facoltà, schiacciato dall’obbligo morale di tenere in piedi equilibri delicatissimi per contemperare le spinte e i capricci di ‘prime donne’ che hanno dimostrato più arroganza che talento. Leggo, ad esempio, di componenti autorevoli della Giunta regionale che ormai da tempo disquisiscono di come si dovrebbe gestire un partito. Farebbero molto meglio a concentrarsi su ciò che gli compete. Dovessimo mai riuscire a dire agli umbri, dopo 4 anni, se e dove si costruirà un termovalorizzatore, quando si approverà il nuovo piano sanitario, quando vedremo iniziare il cantiere del nodino, se questi direttori in sanità abbiano o meno risposto agli intendimenti che gli sono stati dati…oppure se non tutti ne sono capaci. Chissà”. Precisa ancora meglio Caparvi il suo pensiero: “Credo sia maggiormente proficuo per la collettività umbra che ognuno si concentri sulle proprie prerogative, senza indagare su quelle altrui, soprattutto su quelle di chi si è annullato e immolato per la loro causa, dalla elezione al continuo supporto che la Lega ha sempre assicurato a tutti, anche andando a coprire il silenzio tombale di altri, di chi, ultimamente, bombarda un giorno si e l’altro pure la stessa Giunta. Che sia questo un modo per essere presi in considerazione ?”. Così conclude: ” Condurrò con disciplina ed onore il suolo di Deputato della Repubblica, con gioia, amore e determinazione quello di Sindaco di Nocera Umbra. Per il resto si vedrà, non ho mai voltato le spalle a nessuno e mai lo farò, certo debbono esserci le condizioni politiche che oggi fatico ad intravedere”. ” Ho nel cuore  – termina Caparvi – e li ringrazio, tutti quei militanti che sono arsi di passione davanti al fuoco dell’impegno civile, impegno onesto e disinteressato . Provo compassione nei confronti di chi a quel fuoco si è scaldato giusto il tempo necessario a riprendere il proprio vile cammino sul viale delle convenienze personali. Rimango a disposizione del partito e di quanti vorranno contribuire alla costruzione di Futuro. Senza rancore e con doverosa e ferma riconoscenza a Matteo Salvini al quale ho ribadito immutata lealtà”.