Cosa c’è davvero dietro la rottura tra Università e Regione, la voglia di fare cappotto di Oliviero e la debolezza della Tesei

Una rottura senza tanti giri di parole. Una bocciatura schietta che spezza sul nascere la proposta della giunta Tesei-Coletto sulla sanità. Sono dieci pagine piene di critiche, con un giudizio finale che non ammette possibilità di appello: ” Il nuovo Piano sanitario è inadeguato !”. Così l’Università degli Studi di Perugia prende le distanze da Palazzo Donini.  Per il Dipartimento di medicina e Chirurgia, ex facoltà di Medicina, la proposta della Regione ” richiede una sostanziale revisione”. Ma c’è di più, c’è qualcosa di ancora più pesante: “Andrebbe scritto in modo comprensibile…”. Insomma, va scritto di nuovo e meglio. Occorre non solo cambiare le scelte ma va fatta una nuova stesura per renderlo “comprensibile”.  Per gli universitari, quindi, va cambiato e riscritto. Palazzo Donini, assicura qualcuno, non l’ha presa bene, ritiene che alcuni passaggi siano troppo velenosi. Per i clinici universitari la proposta adottata dalla giunta regionale è generica e approssimativa, non tiene conto del “memorandum sottoscritto a febbraio 2020 dalla presidente Tesei e dal rettore Oliviero”. In verità, quel memorandum (Umbria Domani lo ha più volte sottolineato) è sembrato più una “passarella”  tra vertici istituzionali che un vero e proprio elenco di impegni precisi da portare avanti. Ad iniziare dalla sottoscrizione della convenzione, tante volte annunciata dalla Tesei  e da Oliviero ma rimasta ferma sul tavolo della presidente e del rettore. In questi due anni è prevalso l’ autocompiacimento, con il rettore che partecipava a molte iniziative (conferenze stampa) della Tesei e viceversa. Un atteggiamento di reciproca legittimazione, del resto entrambi si erano presenti come figure di cambiamento. Di rottura con il passato. Oliviero voleva portare a casa tutto ciò che non era riuscito a fare Moriconi mentre la Tesei voleva chiudere con l’Università una intesa che la Marini si era rifiutata di sottoscrivere. ” In passato – dichiarò la Tesei – c’era prima il chi e poi il cosa fare, noi vogliamo fare l’esatto inverso”. Sulla stessa lunghezza Maurizio Oliviero: “La logica va capovolta, prima la visione poi le professionalità”. Ancora (22 gennaio 2020): ” Ringrazio il Magnifico Rettore per la disponibilità dimostrata sin dall’inizio” (Donatella Tesei); ” Siamo a un punto di svolta anche grazie alla proficua ed efficace collaborazione con la Regione e in particolare con la Presidente Tesei, che ci consente di guardare al futuro con più fiducia” ( Maurizio Oliviero).  A due anni di distanza, la Tesei e Oliviero non sono giunti ad alcuna conclusione. Ora volano gli stracci, con un giudizio degli universitari che non ammette appelli: le linee programmatiche e le conseguenti azioni sono assenti nel nuovo Piano sanitario; la cabina di regia  non prevede professionisti della sanità come clinici esperti e direttori sanitari, né esponenti del mondo universitario; la cabina di regia sugli investimenti e acquisti (C.Re.Va)  sarebbe costituita solo da dirigenti regionali; sulle attività di ricerca in campo biomedico, sia clinico che anche traslazionale, non è esplicitato alcun coinvolgimento dell’Ateneo. Ma cosa è realmente successo tra la Tesei e Oliviero ? ” Il Rettore ha pensato di fare cappotto avendo fiutato la debolezza politica della governatrice ma senza fare i conti con l’assessore Coletto e il resto della Lega”, così commenta un noto intenditore dell’Ateneo perugino. Insomma, Maurizio Oliviero avrebbe esagerato. Si sarebbe “allargato” troppo e la Tesei sarebbe stata richiamata all’ordine dai suoi. Oppure, il Magnifico Oliviero si mostra meno premuroso perché in un momento di grande debolezza della governatrice non è più conveniente un rapporto istituzionale troppo stretto. Meglio puntare sull’autonomia dell’Università piuttosto che impantanarsi. Questi sono i chiacchiericci di queste ore. Solo dicerie maligne ? In questi casi la prudenza è sempre necessaria ma tra Oliviero e la Tesei oggi i rapporti sono piuttosto freddi. A prescindere dal nuovo Piano sanitario.