Dopo 17 anni si riapre a Perugia il caso dell’omicidio di Vitalina Balani: l’ora del delitto e l’alibi del commercialista in carcere da sedici anni

A 17 anni dall’omicidio, con una condanna all’ergastolo definitiva, arriva una possibile svolta per l’omicidio di Vitalina Balani, la 70enne trovata morta nel suo appartamento a Bologna, il 15 luglio 2006. La Corte d’Appello di Perugia ha accolto la richiesta presentata dall’avvocato Gabriele Bordoni, difensore del commercialista Andrea Rossi, in carcere dal 2007. Il 23 gennaio conferirà l’incarico per una nuova perizia medico-legale sul caso. Al centro della richiesta, l’ipotesi di un diverso orario della morte, orario per cui Rossi ha un alibi. Infatti, gli studi presentati dai consulenti della difesa raccontano ora un’altra storia rispetto a quelli del 2006 che fecero fissare l’ora del decesso di Vitalina a 24 ore prima del ritrovamento del corpo della donna. La relazione presentata dalla difesa, invece, porta a ritenere che la Balani non morì 24 ore prima del ritrovamento del cadavere ma solo 6-12 ore prima, 15 al massimo. Quando Andrea Rossi era a un convegno di tante persone. Il corpo di Vitalina Balani fu trovato nella sua abitazione il 15 luglio 2006. In un primo momento si pensò ad un decesso naturale ma poi l’autopsia rivelò lo strangolamento. Le indagini arrivarono a individuare il commercialista come responsabile della morte della 70enne per interessi economici. I sospetti degli inquirenti si concentrarono su Rossi, commercialista della vittima, per via dei soldi, due milioni di euro che la donna gli aveva dato da investire e che lui aveva invece sperperato, anche a causa della sua passione per il lusso e l’antiquariato. Dall’agenda sequestrata dagli investigatori emerse  che proprio il giorno del delitto avevano un appuntamento in quanto scadeva il pagamento di una rata di interessi, 100 mila euro, che Rossi non era in grado di restituire.  Andrea Rossi si è sempre dichiarato innocente e ora, a distanza di diciassette anni di carcere, la Corte d’Appello di Perugia ha accolto l’istanza del suo difensore di revisione del processo, riaprendo quindi il processo di secondo grado che si rifarà a Perugia.