Green Pass, da oggi obbligatorio per chi lavora: dalle acciaierie di Terni alle boutique di Cucinelli. Mattinata senza problemi

La decisione è stata presa quasi un mese fa: da oggi si lavora solo con il green pass. Questa mattina quindi primo test in uffici, studi professionali e fabbriche: il green pass diventa obbligatorio per entrare nei luoghi di lavoro. Tutti i dipendenti pubblici e privati, le partite Iva, che siano titolari di ditte individuali, freelance o professionisti dovranno averlo fino al 31 dicembre 2021, fine dello stato di emergenza.  Riaprire in sicurezza e far ripartire il Paese aumentando il più possibile la copertura vaccinale è l’obiettivo del governo. Ieri, anche in Umbria, si sono registrate alcune code davanti alle farmacie per prenotare i tamponi fino alla fine di dicembre. Persone e lavoratori senza certificato verde che pensano di affrontare i prossimi mesi con i test. Stamattina sono scattati i controlli allo stabilimento degli Acciai Speciali di Terni. I lavoratori in entrata al primo turno, quello delle sei, sono stati i primi a dover esibire il documento ai tornelli, dove l’azienda ha installato un dispositivo per la lettura dei Qr code. Tutto si è svolto senza problematiche. La procedura verrà replicata tutti i giorni all’entrata di ogni turno. Da quanto si apprende, sia da fonti aziendali che sindacali, l’attività della fabbrica non ha al momento subito ripercussioni a causa di eventuali assenze di dipendenti senza green pass. Tutti i principali impianti marciano infatti normalmente. Anche alla “Brunello Cucinelli di Solomeo” è il primo giorno di obbligatorietà del green pass sul posto di lavoro. Lo ha assicurato l’amministratore delegato Riccardo Stefanelli parlando con l’Ansa all’ingresso dell’azienda. Quello che è uno dei leader mondiali della moda, non sta registrando assenze legate alla certificazione verde. I dipendenti si sono presentati al lavoro tutti indossando le mascherine. Davanti all’entrata un rapido controllo dei green pass e poi tutti al lavoro. ” Fin da subito – ha spiegato Stefanelli – abbiamo creato un comitato d’attenzione che presidiasse la pandemia. Abbiamo preso tutte le misure necessarie, come l’uso dei dispositivi di protezione e la misurazione della temperatura. Con la massima collaborazione di tutti i nostri dipendenti fin dall’inizio. Tutti hanno dato un contributo fortissimo per la sicurezza”. L’amministratore delegato della Cucinelli ha sottolineato che l’azienda si è organizzata ” per fare in modo che l’entrata fosse fluida. Con la massima attenzione e la massima prudenza nell’ottica di proteggere i nostri collaboratori. Abbiamo avuto fin da subito un team di medici, qui e a Milano, che controllassero in maniera periodica chi lavora con noi. Un monitoraggio continuo che ci ha permesso di mantenere molto contenuta la presenza di casi “. Procedura seguita anche in tutte le boutique presenti in Italia. ” I nostri collaboratori sono tenuti a mostrare il green pass all’interno – spiega Stefanelli – ma anche lì è una cosa normale come l’uso della mascherina e la misurazione della temperatura. L’importante per noi è proteggere il posto di lavoro, la scelta è libera e non abbiamo mai forzato alcuno ma noi dobbiamo proteggere chi all’interno dell’azienda vuole lavorare e farlo in tranquillità”. Il gruppo Cucinelli ha attualmente mille e 200 dipendenti tra Solomeo e le boutique italiane, 2.500 nel mondo. Per i dipendenti pubblici dell’Umbria ( Regione, Provincia e Comune), dopo tanti mesi di smart working , oggi è anche il rientro in ufficio. Si torna in presenza dopo tanto tempo di lavoro da remoto. Le stime dei non vaccinati tra i dipendenti della Regione non si conoscono ufficialmente ma ci sono e non sarebbero pochi. E’ un venerdì, quello di oggi 15 ottobre, carico di attese e tensioni. Scrive oggi Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera: ” Proviamo a pensare come ci sentivamo un anno fa , in questi stessi giorni, quando l’Italia chiudeva di nuovo: sbarrati i locali pubblici, serrati i cinema, i teatri, le scuole, molti uffici,molte fabbriche; con il numero dei ricoverati e dei morti in aumento, con l’autunno e l’inverno di fronte. Se qualcuno ci avesse detto che nei mesi successivi sarebbero arrivati i vaccini,  che si sarebbero dimostrati efficaci nel contenere il virus, che gli effetti collaterali si sarebbero rivelati inferiori rispetto alle previsioni e drasticamente inferiori rispetto ai timori, avremmo pensato: dai che ce la facciamo, dai che tutti insieme ne usciamo”. Ora ce l’abbiamo quasi fatta, ne siamo quasi usciti. E questo – scrive Aldo Cazzullo – è accaduto ” perché l’85% degli italiani ha capito la chiave per farcela: in una pandemia ognuno è responsabile non solo della propria salvezza, ma di una parte della salvezza dell’altro”. Per questo vaccinarsi è una forma di rispetto verso se stessi, verso i familiari, verso le persone che dividono con noi la casa o il bar o il luogo di lavoro. Sono queste le ragioni che rendono netta la posizione del premier Mario Draghi: sul green pass non si torna indietro.