L’Umbria è sesta tra le regioni “amiche delle mamme”: male per i servizi offerti e condizioni di lavoro

L’Umbria si posiziona al sesto posto nella classifica delle regioni “amiche delle mamme”. Emerge dall’ottava edizione del rapporto “Le Equilibriste” di Save the Children, la classifica delle regioni italiane stilata in base alle condizioni più o meno favorevoli per le mamme, su un totale di 14 indicatori. Il valore pari a 100 rappresenta il termine di riferimento e con 104,4 l’Umbria è 14 punti sotto la provincia di Bolzano, che è prima, seguita da Emilia Romagna , seconda e Valle d’Aosta, terza. La regione ricopre la prima posizione (128,4) nella dimensione della rappresentanza, relativa alla percentuale di donne in organi politici a livello locale. Per quanto riguarda l’area demografica, la più virtuosa è la Provincia autonoma di Bolzano. Occupano gli ultimi posti Sardegna (78,5), Basilicata, Molise (entrambe 90,5) e Umbria (94).Tutte le regioni del Centro sono al di sotto del valore di riferimento nazionale. L’Emila Romagna, il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Lombardia, occupano i primi posti nell’area lavoro. Regioni dove, per le madri è più facile trovare un impiego, non subire riduzioni di orario o tenere un lavoro dopo la nascita di un figlio. L’Umbria (101,8) si trova al nono posto, in linea con il valore di riferimento nazionale. Nell’area salute, che riguarda la mortalità infantile nel primo anno di vita e consultori attivi per abitante, l’Umbria (97,4) si posiziona al 16 esimo posto. La regione (95,8) è al 15 esimo posto, nella parte più bassa dell’indice, per i servizi offerti (asili nido, mense scolastiche, tempo pieno). Tra le 13 regioni del Centro Nord solo Marche e Umbria (95,8) hanno valori al di sotto di quello nazionale. Nell’area della soddisfazione soggettiva, a raggiungere i livelli più alti sono nuovamente le Province autonome di Bolzano (132,4) e Trento (125,7), seguite da Umbria (116,7), Piemonte, Valle d’Aosta e Molise. Nell’area violenza di genere, che riguarda la presenza di centri antiviolenza e case rifugio, l’Umbria (105,5) si colloca al nono posto, leggermente sopra al valore di riferimento nazionale.